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Italia, immigrati necessari? Senza di loro crollo demografico

di Alberto Francavilla |12 Gennaio 2012 17:04

MILANO – Altro che invasione: se i flussi migratori verso l’Italia andranno scemando nei prossimi decenni, il nostro saldo demografico sarà drammaticamente negativo. E in 50 anni la nostra popolazione potrebbe essere pari o addirittura inferiore rispetto ai livelli odierni: infatti, se oggi gli italiani sono circa 60 milioni, l’Istat calcola che nel 2065 gli abitanti del Bel Paese saranno appena un milione in più (esattamente 61,3 milioni di persone).

Soprattutto, questa lievissima crescita sarà dovuta agli ingressi previsti degli immigrati ma se il tasso andasse calando vistosamente – data la ridotta attrattività economica dell’Italia – tra mezzo secolo potrebbero esserci meno italiani di oggi. E se per magia – ad imitazione di quanto accade nel film di Francesco Patierno “Cose dell’altro mondo” – dovessero interrompersi gli arrivi degli immigrati in Italia, la nostra popolazione (considerando anche i decessi previsti) sarebbe dimezzata, passando dagli attuali 60 milioni ad appena 31 nel 2065: poco di più degli abitanti del Texas.

I conti dell’Istituto nazionale di Statistica sono impietosi. Si considerano due variabili: la dinamica naturale (rapporto tra nascite e decessi) e la dinamica migratoria (saldo tra chi arriva e chi parte). Alla prima voce l’Istat rileva una differenza negativa, visto che tra il 2011 e il 2065 sono attese 28,5 milioni di nascite e 40 milioni di decessi: il saldo quindi segnala la perdita di 11,5 milioni di abitanti in mezzo secolo. D’altra parte, sono attesi 17,9 milioni di nuovi ingressi e 5,9 milioni di emigranti: in questo caso il rapporto è positivo e l’Italia guadagnerà grazie all’apporto straniero 12 milioni di nuovi abitanti.

Il corollario più evidente di queste proiezioni dell’Istat è che la popolazione residente straniera aumenterà considerevolmente tra il 2011 e il 2065, passando dagli attuali 4,6 milioni ai 14,1 previsti tra cinquant’anni. E per questo l’incidenza complessiva degli immigrati stranieri rispetto alla popolazione italiana crescerà dal 7,6% fino al 22: nel 2065 almeno un abitante italiano su cinque sarà di un’altra nazionalità.

A soffrire di più sarà il Mezzogiorno, dove in mezzo secolo abiteranno circa 4 milioni di persone in meno rispetto ad oggi confrontando i saldi migratori, le nascite e i decessi. É senza dubbio il Nord-est che invece acquisirà più abitanti in confronto alle altre zone d’Italia: in totale, nel 2065, circa 2,1 milioni di persone in più rispetto ad oggi.

Mentre guadagneranno circa 1,3 milioni di abitanti a testa il Centro e il Nord-ovest. Proprio quest’ultima zona, a livello nazionale, sarà la più soggetta agli arrivi di stranieri nel prossimo mezzo secolo, acquisendo complessivamente circa 5,6 milioni di immigrati. In pratica, il 40% in più rispetto a quanto succederà complessivamente al Sud e nelle Isole (4,3 milioni di persone) e un milione in più rispetto al Nord-est e rispetto al Centro.

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