Latte friulano contaminato: 15 indagati, archiviati vertici

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Settembre 2015 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA
Latte friulano contaminato: 15 indagati, archiviati vertici

Latte friulano contaminato: 15 indagati, archiviati vertici

UDINE – Sono in tutto 15 le persone indagate nell’inchiesta sul latte contaminato dello storico consorzio Latterie Friulane di Campoformido, in provincia di Udine, poi acquisito da Parmalat. Nei giorni scorsi la Procura ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini a 4 dipendenti del consorzio, il contitolare di una ditta di trasporti e 10 allevatori del Friuli Venezia Giulia. Escono di scena l’ex presidente Roberto Rossi, dimessosi in seguito al suo iniziale coinvolgimento dell’indagine e l’ex direttore Franco Odorico.

Le ipotesi di reato, contestate a vario titolo, sono quelle di adulterazione o contraffazione degli alimenti, in alternativa di commercio di sostanze alimentari nocive. Le difese avevano sostenuto che gli allora vertici delle Latterie non ricoprivano alcuna posizione di garanzia come obbligo di controllo sulle attività di laboratorio. Sono spariti dall’indagine anche i nomi di due tecnici del laboratorio di analisi, inizialmente finiti nella rosa degli indagati, a cui si sono aggiunti invece cinque dei 10 allevatori destinatari dell’avviso di chiusura indagini.

Il 6 giugno 2014 era stato posto agli arresti domiciliari il responsabile approvvigionamento latte del consorzio. L’indagine, condotta dal pm Marco Panzeri con i Carabinieri del Nas di Udine, era partita a dicembre dell’anno precedente, dopo che una latteria veneta aveva restituito al consorzio friulano una partita di 3.500 litri di latte confezionato in Friuli ed etichettato con il marchio trevigiano risultato ”non conforme”.

Secondo l’accusa, nel latte sarebbe stata riscontrata una presenza di aflatossine cinque volte superiore al valore soglia. Le aflatossine sono prodotte dal fungo Aspergillus Flavus che spesso attacca granaglie, mais, cotone e semi oleosi. Le vacche da latte, alimentate con mangimi contaminati, contenenti fungo e l’aflatossina B1, la metabolizzano e la trasformano in aflatossina M1.

Agli indagati viene in sostanza contestato di aver mescolato, in alcuni episodi, delle partite di latte con una presenza di aflatossine “M1” superiori al valore soglia con latte non contaminato proveniente da altri allevatori dello stesso consorzio.

Gli indagati hanno ora i canonici 20 giorni di tempo per depositare le proprie memorie difensive o chiedere di essere sentiti. Le difese si dicono pronte a dimostrare con assoluta certezza che il latte non era pericoloso.