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Lucia Annibali: “Potevo denunciare prima, carabinieri hanno fatto il massimo”

di Emiliano Condò |5 Aprile 2014 17:06

Lucia Annibali

PESARO – Nessun rimprovero a investigatori e forze dell’ordine. Un solo rammarico, non aver denunciato il suo ex Luca Varani prima. Così, attraverso il suo legale, Francesco Coli, Lucia Annibali prende posizione su  possibili ‘buchi’ nelle indagini relative al suo caso. Buchi che, secondo una “fonte confidenziale” se tappati in tempo avrebbero potuto evitarle di essere sfregiata con l’acido.

Per la Annibali non è così. Spiega il suo avvocato:

“Lucia è serena e non ha nulla da rimproverare né ai carabinieri, né ai magistrati, ai quali rinnova anzi la propria stima e il proprio ringraziamento. Semmai può solo rammaricarsi di non aver denunciato prima Luca Varani per tutto quello che le aveva fatto passare”. 

La fonte aveva indicato nel mandante un avvocato che girava in Porsche, nella vittima una donna residente a Pesaro e nei sicari degli albanesi, senza, ovviamente, fornire i nomi, dato che si trattava solo di voci raccolte dal confidente.

“Circa la possibilità da parte delle forze dell’ordine di impedire l’agguato ordito da Luca Varani, intervengo a nome di Lucia Annibali e di tutta la sua famiglia – afferma l’avv. Coli – per ribadire che nulla può essere addebitato all’Arma dei carabinieri e alla Procura della Repubblica, ingiustamente accusate di inesistenti negligenze”.

“I militari – seguita – hanno fatto tutto quanto era loro possibile per approfondire la vaga informazione raccolta dalla fonte confidenziale, svolgendo accertamenti su vari soggetti potenzialmente riconducibili agli scarni elementi in loro possesso. Ci si dimentica infatti che il fascicolo processuale non contiene le indagini discretamente compiute su altri professionisti pure muniti di Porsche, e che ugualmente potevano avere motivi di risentimento verso una o più donne per questioni sentimentali o economiche; anche di denaro, infatti, si parlava nell’annotazione”.

In più, la fonte

“aveva anche detto che l’autore del piano aveva deciso di soprassedere alla sua esecuzione, e che si trattava di una donna comunque assente da Pesaro”.

“E’ facile – seguita Coli – ragionare con il senno del poi, sottolineando solo alcuni particolari e omettendone altri; ma, valutando gli elementi di cui gli inquirenti allora disponevano, occorre piuttosto rendere loro merito per aver correttamente individuato uno dei possibili mandanti dell’agguato nell’avv. Luca Varani (oltretutto iscritto all’Albo di Rimini). Sarebbero probabilmente bastati altri due o tre giorni per sventare l’aggressione; purtroppo la realtà non consente di riavvolgere il nastro, e l’irreparabile è accaduto. Semmai, Lucia può solo rammaricarsi di non aver denunciato prima Varani: se un processo per stalking fosse già stato aperto, sarebbe stato facile individuarla come possibile destinataria dell’aggressione. Ma, mossa da una benevolenza che l’ex-fidanzato certo non meritava, non l’ha fatto; non voleva rovinarlo, e così lui ha rovinato lei”. 

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