X

Il No Tav e il carabiniere “pecorella”: due coetanei, figli di operai

di Daniela Lauria |1 Marzo 2012 10:31

Il No Tav Marco Bruno

CHIOMONTE – Uno si chiama Marco Bruno e il suo volto ha fatto il giro della Rete perché ieri, 29 febbraio, sull’A32 ha insultato un carabiniere. L’altro si fa chiamare F. ed è lui la “pecorella” che dietro alla visiera di plexigflass ha ascoltato in silenzio le provocazioni del No Tav senza reagire.

Stessa età e stessa estrazione sociale. Marco, 28 anni, è un bravo padre di famiglia e stimato nella sua professione, dicono quelli che lo conoscono. Insomma, tutt’altro che un professionista della violenza. F., 25 anni, sardo, originario di Oristano, anche lui è “figlio del popolo”. ” Sono figlio di un operaio – confessa in un’intervista a Repubblica – Sono cresciuto in un paese di operai. Ho un fratello e la licenza liceale scientifica”. E ancora: “Faccio solo il mio dovere per 1.300 euro al mese” perché “fare il soldato è un mestiere onesto” tanto quanto quello di Marco.

L’unica differenza tra i due è che F. non ha ancora una famiglia tutta sua. Quando Marco provocatoriamente gli ha detto: “Sei carino, dai anche i bacini alla tua ragazza con quella mascherina? Così non le attacchi le malattie. Bravo..”. La risposta di F. in una normale conversazione, sarebbe stata: “Io veramente non ho una moglie è se è per questo neanche una ragazza. Ma è lo stesso. Perché ci addestrano a raccogliere insulti e provocazioni senza mai reagire. Devi farlo”.

Marco durante gli scontri ha anche telefonato a casa: “Guarda che io a quel carabiniere dopo ho parlato. Abbiamo chiacchierato, solo che il video non mostra più quella parte”. E F. che, in fondo si sente più simile a lui di quanto si possa pensare, l’ha capito: “Tutte le volte che ho visto questi ragazzi, che hanno la mia età, ho pensato che è importante che ognuno abbia il diritto di dire quello che ognuno abbia il diritto di dire quello che pensa. Giusto o sbagliato che sia. Purché lo faccia senza violenza. Poi, ognuno di noi saprà giudicare. O no?”.

Sono state solo parole di pancia quelle di Marco Bruno, ma per la prima volta ieri il movimento dei No Tav ha perso la sua battaglia mediatica, sconfitto sul suo stesso terreno: quello libero della rete. E quando Marco, spinto dagli eventi, è tornato sulle barricate si è preso le botte, è stato fermato e poi rilasciato.

E ora i No Tav annunciano: “Blocchiamo tutto, dappertutto, alle 18”. E’ il passaparola che i No Tav hanno cominciato a far girare per il 1 marzo, pubblicandolo tra l’altro sui siti del movimento, al termine dell’assemblea tenuta nella notte a Bussoleno.

Centinaia di manifestanti, allontanati dalle forze dell’ordine dall’autostrada a Chianocco, si sono ritrovati nel salone del centro polivalente della cittadina della val Susa e hanno progettato le prossime inziative di protesta, annunciando una serie di blocchi a sorpresa per il pomeriggio.

Il Movimento No Tav accusa la Questura di Torino “di cariche violentissime, caccia all’uomo, vetrate dei bar distrutti per un rastrellamento di antica memoria, macchine parcheggiate vandalizzate e altro”.

Scelti per te