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Meningite, donna di 45 anni morta a Firenze

di Maria Elena Perrero |21 Novembre 2016 14:03

Meningite, donna di 45 anni morta a Firenze

FIRENZE – Una donna di 45 anni è morta di meningite all’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze dove era stata ricoverata all’alba di oggi, lunedì 21 novembre, al pronto soccorso in condizioni gravissime. Dagli accertamenti svolti dai sanitari è stata confermata la diagnosi di sepsi da meningococco di tipo C. 

Le strutture di igiene e sanità pubblica si sono immediatamente attivate per effettuare l’indagine epidemiologica con l’obiettivo di identificare i contatti stretti da sottoporre a profilassi. La donna viveva a Firenze e da un controllo effettuato al data base dell’Azienda Sanitaria è risultato che non si era vaccinata contro il meningococco C.

I CASI IN TOSCANA – In Toscana, nel 2015, sono stati 38 i casi di meningite. Nel 2016, fino al mese di ottobre, i casi sono stati 31, e 12 i decessi nel biennio. Secondo gli esperti, la malattia meningococcica è una patologia improvvisa potenzialmente mortale: si stima che più di una persona su dieci tra chi ne è colpito possa morire in 24 ore.

“La vaccinazione è l’unico strumento per prevenire la meningite da meningococco”, sottolinea Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università di Pisa, spiegando che “il batterio è presente nella gola del 10% della popolazione che, inconsapevolmente, lo fa circolare: la vaccinazione deve essere pertanto un dovere sottinteso, che deve tendere ad un’immunità complessiva” che, secondo Lopalco, “è un fattore chiave in sanità pubblica per limitare la diffusione del batterio”.

“La sottostima dei casi di malattia causata dal meningococco è purtroppo un fenomeno noto”, aggiunge Chiara Azzari, responsabile del centro di Immunologia pediatrica dell’Ospedale Meyer di Firenze. “Devono essere diffusi sistemi di diagnosi basati su analisi molecolari. In Toscana, questa tecnica ha permesso di identificare due terzi dei casi che altrimenti non sarebbero stati individuati”. In ogni caso, ribadisce Azzari, “la vaccinazione per tutti è l’unico modo per correre più veloce della meningite”.

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