Un’indagine parallela riguarda anche le minacce subite dalla Boldrini.
L’inchiesta, affidata al pm Luca Palamara, ha già determinato la rimozione del foto montaggio, con una iniziativa che ha fatto sollevare il sopracciglio a più di un giurista e a quei pochi ai quali sta ancora a cuore la libertà di critica e di satira; nonché la rimozione, questa più che sacrosanta, dei messaggi minacciosi lasciati sulla rete.
In ambienti della procura della Repubblica di Roma si sottolinea che l’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta ”alla luce della normativa esistente che consente l’identificazione di coloro che, travalicando i limiti della corretta informazione, oltrepassano il legittimo diritto di cronaca e di critica giornalistica”.
Consente l’identificazione, ha notato qualcuno, ma non il sequestro.