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Modena: Abi Zar accusa Mo.Ma di razzismo: “In discoteca…”

di Alberto Francavilla |15 Gennaio 2017 20:33

Modena: Abi Zar accusa Mo.Ma di razzismo: “In discoteca…” (foto da Facebook)

MODENA – Giunto con 4 amici a una discoteca della periferia, venerdì sarebbe stato bloccato da un buttafuori per farlo entrare da un portone diverso per via del colore della pelle. Lo denuncia su Facebook Abi Zar, laureato in legge che vive a Londra, in visita a Modena dove è cresciuto. Zar precisa che responsabile del fatto non è la proprietà del Kyi ma nel caso il Mo.Ma, organizzatore di eventi nello spazio in affitto.

“La regola quindi è loro”, scrive. Ma Mo.Ma nega l’accusa, sostenendo di non aver mai discriminato nessuno. “Il Mo.Ma – prosegue – oltre a negare, non risponde alla mia domanda. Perché ero l’unico che doveva fare la fila nell’altro ingresso? Non mi è stato chiesto se volevo entrare in lista, in tavolo o in altro modo. Tutto è accaduto prima che mi venisse chiesto la carta d’identità. Le uniche circostanze che avrebbero potuto giustificare un trattamento diverso sono da escludere. Tutti e 4 eravamo senza parole e come immaginavo altre persone hanno subito lo stesso trattamento, la cosa andrà avanti.

Eravamo 4 maschi ed una femmina. Il locale in questione contava due ingressi: uno vuoto dove nessuno era in fila e l’altro invece usato dai clienti. Logicamente il nostro gruppo si avvicina all’ingresso usato da tutti ma al momento di andare a prendere il ticket dalla ragazza fuori, il buttafuori si avvicina a noi e mettendosi davanti mi mette la mano sul petto e mi ferma: ‘Devi usare l’altra entrata’. Cosí si rivolge a me con voce ferma”. In quel “momento ho iniziato a sentire un misto di emozioni negative che onestamente faccio fatica a descrivere. ‘Ma perche’?’, chiesi con uno sguardo perplesso e incredulo. ‘Perche’? Che vuol dire? Io sono con i miei amici’.

‘Mi dispiace, e’ la regola’, ribatte di nuovo il buttafuori”. Nei “secondi successivi- aggiunge Abi Zar sulla sua pagina facebook- io e i miei amici ci siamo guardati increduli e stupiti di quella che era ‘la regola’. Insomma eravamo quattro ragazzi e una ragazza vestiti normali e con grandi sorrisi pronti a passare una serata insieme. Nota degna di rilevanza a questo punto e’ che io sono un uomo di colore nero; pero’ davvero, e’ questo cio’ che sta succedendo? Mi stavano davvero dicendo di usare un’altra entrata riservata ai neri? Dopo i miei e i nostri continui perche’, le risposte standard dal buttafuori (a ‘sto punto un po’ in imbarazzo) sempre sul ‘e’ la regola’, si avvicina il ragazzo che mette i braccialetti all’entrata e gli dice ‘dai, per questa volta fallo passare’. Il senso di incredulita’ era totale, la rabbia saliva e l’umiliazione si faceva strada”. Possibile, si chiede Abi Zar, “che nel 2017 ‘i neri’ abbiano un ingresso diverso dai ‘bianchi’? Assurdo, inammissibile, vergognoso. Il mio caro amico mi disse all’orecchio ‘io mi vergogno di essere italiano’. Ma io di che cosa mi dovevo vergognare? Sono italiano e vengo trattato come si tratta un animale?”.

Aggiunge La Gazzetta di Modena:

Sempre su Facebook arriva la replica degli organizzatori del Mo.Ma: “Siamo sorpresi da un’accusa che non ha senso, e’ grave e ci offende per l’impegno professionale che mettiamo in questo lavoro e in questa organizzazione da anni, accusa nata probabilmente da una molto piu’ comune incomprensione all’ingresso del locale. Ingresso che, peraltro, e’ gestito da persone altamente professionali”. Non “c’e’ nessun intento discriminatorio da parte nostra ma solo il tentativo di premiare e privilegiare i clienti piu’ affezionati che si mettono in lista per entrare o che arrivano prima di un determinato orario. Confidiamo di poter avere un confronto piu’ maturo con chiunque abbia avuto dei disservizi in passato e di poter lavorare insieme per risolvere eventuali incomprensioni”. In ultimo, prosegue il Mo.Ma, “visto l’impegno professionale che molte persone dedicano a questo progetto non tollereremo quelle che sono, a tutti gli effetti, delle calunnie e in caso tornassero a ripetersi affideremo la questione al nostro legale di fiducia”.

Abi Zar, su Facebook, replica che lui e i suoi amici erano nella stessa condizione (per quanto riguarda liste o prenotazione tavoli) e che il proprietario del Kyi gli ha subito fatto le sue scuse e precisato che quella e’ una serata ‘appaltata’, dove le regole vengono fatte dagli organizzatori. Un altro ragazzo di colore dice che a lui e’ successa la stessa identica cosa, e molti utenti chiedono al Mo.Ma di dare una spiegazione dell’accaduto che nel comunicato ufficiale manca.

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