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Moduli scuola Bologna, “genitore” al posto di “madre” e “padre”. Udc: “Farsa”

di admin |18 Settembre 2013 0:49

BOLOGNA  – “Genitore” e non più “madre” o “padre”. Il Comune di Bologna cambia i moduli scolastici, passando al generico “genitore”, come annunciato dall’assessore comunale alla scuola Marilena Pillati. “‘Un atto di grande buonsenso e di buona politica”, commenta l’Arcigay “Il Cassero” di Bologna. “Una farsa che rischia di fare danni irreparabili”, per Pierferdinando Casini dell‘Udc. Anche la Lega Nord è insorta contro la decisione: “L’amministrazione ha svenduto l’identità di mamma e papà agli equilibri di maggioranza”, dice il capogruppo leghista Manes Bernardini.

La proposta, per evitare discriminazioni ai bambini di famiglie con un solo genitore o con genitori omosessuali, era stata avanzata a Venezia dalla consigliera comunale Camilla Seibezzi ed era stata ripresa da Sel a Bologna, dove il Comune, aveva detto il sindaco Virginio Merola nei giorni scorsi, sta ”valutando proposte di modifica di termini segnalati come discriminatori nella modulistica per l’accesso ai servizi”.

Tra le battute polemiche, anche quelle dell’arcivescovo Carlo Caffarra sull’ipotesi di elencare ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’ (”facciamo un giorno la madre genitore 1 e un giorno il padre”), ma il 17 settembre l’assessore Pillati ha sottolineato che non si intende stilare alcuna gerarchia e che, al più, sarà precisato il ‘genitore richiedente’ l’iscrizione, ad esempio, e l’altro verrà indicato eventualmente come ‘altro genitore’.

Insorgono la Lega nord e l’Udc. Per Bernardini si tratta di “una follia degna di un’amministrazione avvitata su questioni lessicali e lontana dalle esigenze reali. Questa linea di progressivo annientamento della famiglia è preoccupante”. Silvia Noè, consigliera Udc, commenta: “Qui non si tratta ‘semplicemente’ di uniformare una modulistica. La posta in gioco è molto più alta” e ”mi appello nuovamente all’amministrazione comunale sempre attenta e sensibile alla tutela delle diversità”, affinché ”non commetta quella che rappresenterebbe la più grande discriminazione di tutti i tempi: quella dei diritti dei bambini”.

Anche Casini ha protestato per la decisione del Comune di Bologna: “L’ordine del giorno che punta a sostituire nella modulistica scolastica le parole ‘padre’ e ‘madre’ è una farsa che rischia di fare dei danni irreparabili. Nel giro di pochi mesi si è passati dal referendum sulle scuole paritarie, a questa pericolosa mistificazione burocratica che intende mettere in discussione due figure che nella nostra società hanno un valore preciso, fondante e certamente non divisivo. Surrettiziamente invece si vuole far passare l’idea che la genitorialità possa essere diversa da quella naturale”.

Il leader dell’Udc ha poi concluso: ”La nostra posizione è nota, è legittimo che qualcuno la pensi in modo diverso, ma è inaccettabile la strumentalizzazione dei nostri bambini: quando si tratta di infanzia occorre sempre usare la massima cautela, la Giunta continua a mostrare invece una leggerezza che lascia allibiti”.

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