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Ndrangheta: Gioia Tauro, 26 arresti e sequestro beni

di admin |22 Dicembre 2009 13:02

Gioia Tauro porta per l’Europa di tutte le merci contraffatte d’oriente. Questo la nuova forma di commercio illegale nata dal patto d’oro tra ‘ndrangheta e cinesi. Oggi sono stati infatti arrestate circa 26 persone e sono state sequestrate beni immobili e strutture alberghiere per un ammontare di circa 40 milioni di euro.  Il crimine organizzato garantiva ai cinesi  prezzi competitivi e controlli praticamente nulli.  Al crimine organizzato andavano guadagni favolosi. Quando arrivavano le navi sapevano come ungere i meccanismi della dogana. Come far chiudere un occhio, o anche tutti e due, a funzionari “amici”. I boss della ‘ndrangheta avevano messo le mano sui moli di uno dei più grandi porti del Mediterraneo e attraverso la “Cargoservice srl” fornivano la loro “attività di rappresentanza doganale”.

I cinesi risparmiavano sulle tasse dichiarando merce di valore inferiore a quello reale, mentre invece riempivano i container di capi d’abbigliamento contraffatti, come Nike, Kappa, Puma, oppure Crocs. Tutto passava da Gioia Tauro pagando una tangente chiamata “assistenza”, una conveniente voce di bilancio.

Nella rete sono finiti boss e affiliati delle cosche Molè e Pesce, imprenditori in odor di mafia come Cosimo Virgilio, e anche uomini dell’amministrazione. Come l’ex direttore dell’ufficio dogana di Gioia Adolfo Fracchetti e il funzionario Antonio Morabito. In manette anche due funzionari delle Dogane di Gioia Tauro. Gli arresti sono stati eseguiti nei confronti di presunti affiliati alle cosche della ‘ndrangheta Mole’ e Piromalli che controllavano attività commerciali nel porto di Gioia Tauro.

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