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Ospedale Saronno, 35 morti insabbiate. Dottoressa diceva: “O mi assumete o spiffero tutto”

di Alessandro Avico |1 Dicembre 2016 14:11

Ospedale Saronno, 35 morti insabbiate. Dottoressa: “O mi assumete o spiffero tutto”

VARESE – Ospedale di Saronno, 35 morti insabbiate. Dottoressa diceva: “O mi assumete o spiffero tutto”. Si allarga l’inchiesta sulle morti sospette all’ospedale di Saronno. Quattro erano i casi sotto esame quando l’anestesista Leonardo Cazzaniga e l’infermiera Laura Taroni sono finiti in prigione. Ora si parla di decine. Sono oltre cinquanta, infatti, le cartelle cliniche all’esame degli investigatori sequestrate in ospedale. E intanto continuano a trapelare dialoghi inquietanti tra i due. Dagli atti, tra le altre cose, è emersa l’idea, da parte dei due arrestati, di uccidere anche un cugino acquisito della donna.

Tra le carte dell’inchiesta spunta anche l’ipotesi di un concorso ad hoc creato per la dottoressa Simona Sangion, con contratto in scadenza che minacciava di spifferare tutto se non fosse stata assunta dall’ospedale. Un’inchiesta, insomma, destinata a non chiudersi in fretta: ad oggi il faldone delle indagini svolte dai carabinieri di Saronno, coordinati dal Procuratore Capo di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana, e dal sostituto Cristina Ria, riguarda casi compresi tra il 2012 ed il 2013. Gli investigatori, dopo aver passato al setaccio numerosi pazienti gestiti in Pronto soccorso dal dottor Cazzaniga, ritengono però che il numero potrebbe crescere in modo considerevole.

Laura Taroni, infermiera dell’ospedale di Saronno somministrava farmaci, tra cui ansiolitici, a suo figlio di undici anni tanto che il ragazzino, a un certo punto, le aveva chiesto di dargli meno farmaci. Dalle intercettazioni contenute nella richiesta di arresto, si evince infatti che la donna e l’amante lo inducevano a prendere una pasticca e delle gocce e il bimbo, perplesso, ne aveva chiesto la ragione alla coppia: “Prima la pastiglia e poi le gocce”, dice la Taroni e lui chiede: “Pure le gocce?”. Cazzaniga risponde: “Eh sì. La pastiglia ormai tu sei assuefatto (…)”. Cazzaniga spiega al bambino cosa significhi essere assuefatto da farmaci. Il bimbo, la mattina seguente, chiede alla madre di dargli meno farmaci: “Stamattina non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto, potresti fare meno gocce?”.

 

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