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Papa Francesco: “Respingere i migranti è un atto di guerra”

di Daniela Lauria |7 Agosto 2015 21:33

I migranti in mare dopo il naufragio di mercoledì a largo delle coste della Libia

ROMA – “Respingere i migranti è un atto di guerra“. Lo ha detto Papa Francesco ai giovani del Meg (Movimento eucaristico giovanile) in occasione del centenario della sua fondazione. In particolare il pensiero del papa è andato ai migranti Rohingya, popolazione musulmana in fuga dal Myanmar e respinta nelle scorse settimane da Malesia, Thailandia e Indonesia.

Francesco ha risposto alla domanda di Gregorius, un ragazzo indonesiano che gli ha parlato dei conflitti interni al suo Paese. “Quando identità diverse vivono insieme – ha scandito Bergoglio – sempre ci saranno i conflitti, ma soltanto col rispetto dell’identità dell’altro si risolve il conflitto. Le tensioni si risolvono nel dialogo, i veri conflitti sociali e culturali si risolvono col dialogo ma prima con il rispetto dell’identità dell’altra persona”.

In Indonesia, ha spiegato il Papa “c’è un conflitto sociale. Ma anche i conflitti  possono farci bene, perché ci fanno capire le differenze, come sono le cose diverse. E ci fanno capire che se non troveremo la soluzione che risolve questo conflitto ci sarà una vita di guerra”.

Sbagliato allora è l’atteggiamento integralista, di qualunque fede, anche cattolico, “un male da evitare”. “Non è cattolico, non crede, ma tu – ha suggerito Francesco – rispettalo, cerca che cosa di buono ha, i valori che ha. Così i conflitti si risolvono con il rispetto delle identità e le tensioni con il dialogo”.

Tuttavia un mondo senza conflitti sarebbe impensabile.

“Soltanto in Paradiso non ci saranno i conflitti – ha detto il Papa – Cosa sarebbe una famiglia, una società senza conflitti? Sarebbe un cimitero, perché soltanto nelle cose morte non ci sono conflitti e tensioni.

La tensione serve – afferma il Papa – l’importante è risolverla con il dialogo e il rispetto reciproco. Quando in famiglia c’è dialogo, c’è la capacità di dire spontaneamente cosa si pensa, le tensioni poi si risolvono bene. Non bisogna avere paura delle tensioni, però la tensione solo per amore della tensione fa male e alla fine distrugge”.

Ai giovani Francesco chiede coraggio:

“Un giovane senza coraggio è un giovane annacquato, è un giovane vecchio. Alcune volte mi viene di dire ai giovani: ‘Per favore, non andare in pensione!’, perché ci sono giovani che se ne vanno in pensione a 20 anni: hanno tutto sicuro, nella vita, tutto tranquillo e non hanno la tensione”.

E chiude con un aneddoto sulla longevità:

“L’altro giorno in piazza in udienza del mercoledì giravo con il papamobile e ho visto una nonnina, anziana, aveva gli occhi brillanti di gioia, e ho fatto fermare il papamobile e sono sceso e sono andato a salutarla. Sorrideva.’Mi dica nonna quanti anni ha?’, ’92’, ‘ma brava, com’è gioiosa, ma mi dia la ricetta di come arrivare a 92…’. E lei mi ha detto: ‘mangio i ravioli… E poi ha aggiunto: e li faccio io'”.

Di qui Francesco ha sottolineato l’importanza dei nonni: “Sono la memoria della famiglia, del Paese, della fede, della vita. Parlate con i vostri nonni perché sono bravi e sono una fonte di saggezza utile anche per risolvere le tensioni in famiglia”

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