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Autostrade, arrestate ex ad e vertici. Accusa: “Sapevano che le barriere fonoassorbenti erano difettose”

di Redazione Blitz |11 Novembre 2020 12:54

Ponte Morandi, arrestato ex ad Autostrade. Accusa: attentato alla sicurezza trasporti (Foto Ansa)

Arrestato l’ex amministratore delegato e gli ex manager di Autostrade per l’Italia nell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi a Genova.

L’ex ad di Autostrade e 5 ex dirigenti tutti arrestati e ai domiciliari nell’ambito della doppia inchiesta sul crollo del ponte Morandi a Genova. La prima inchiesta è quella relativa al crollo, la seconda è quella sui pannelli fonoassorbenti. 

Ai domiciliari va quindi l’ex ad di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci. Con lui anche Michele Donferri Mitelli e Paolo Berti, rispettivamente ex responsabile manutenzioni e direttore centrale operativo dell’azienda. Con loro tre altri tre ex manager dell’azienda. Le accuse ipotizzate sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.

L’inchiesta è coordinata dalla procura di Genova ed è scattata un anno fa dopo l’analisi da parte dei finanzieri di alcuni dei documenti. In particolare quelli relativi ai problemi riscontrati, in termini di sicurezza, sulle barriere fonoassorbenti montate sull’intera rete autostradale. 

L’indagine sui pannelli fonoassorbenti è una costola nata dall’inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Gli investigatori, e su questo si basa l’accusa riportata dall’Ansa, ipotizzano che gli ex vertici fossero consapevoli che le barriere fossero difettose e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento. In particolare, gli investigatori ipotizzano la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento. Nonché dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti.

L’accusa sostiene che dalle indagini sarebbe emerso che gli indagati non avrebbero proceduto volontariamente ai lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati. Eludendo, sostengono gli investigatori, tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi.

La nota di Aspi

“L’indagine della Procura di Genova, che ha portato stamane a misure cautelari nei confronti di 4 ex manager di Aspi e di due tecnici, riguarda una specifica tipologia di barriere integrate anti-rumore, denominate “Integautos”, presenti su circa 60 dei 3000 km di rete di Autostrade per l’Italia”. Lo precisa la società in una nota, sottolineando che “la totalità di queste barriere è già stata verificata. Messa in sicurezza con opportuni interventi tecnici tra la fine del 2019 e gennaio 2020. Nell’ambito del generale assessment delle infrastrutture messo in atto dalla società su tutta la rete autostradale”.

Le indagini e gli arresti

I militari della Finanza hanno notificato la misura cautelare a Giovanni Castellucci mercoledì mattina all’alba. Amministratore delegato della società fino al gennaio del 2019. Poi è stato liquidato con una cifra che sfiora i 13 milioni di euro e sostituito da Roberto Tomasi.

L’ordinanza di carcerazione è stata firmata dal Tribunale di Genova, su richiesta della Procura che a quanto pare contesta all’ex numero uno di Aspi il reato di inquinamento probatorio. In sostanza Castellucci, primo degli indagati per il crollo e la strage di 43 persone avvenuta il 14 agosto 2018, ancora due anni dopo avrebbe tenuto rapporti molto stretti ed anche “professionali” con gli attuali dirigenti.

Le misure cautelari coinvolgono anche altri cinque dirigenti di Autostrade, tutti indagati sia sul filone principale (il crollo) che su quello secondario dei pannelli fonoassorbenti.

Le parole della Guardia di Finanza

“L’analisi della documentazione informatica e cartacea acquisita, le indagini tecniche effettuate, l’assunzione di plurime testimonianze hanno portato a raccogliere numerosi e gravi elementi indiziari e fonti di prova in capo ai soggetti colpiti da misura”, spiega la Guardia di Finanza.

In particolare, “la consapevolezza della difettosità delle barriere e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro realmente avvenuti nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese). E’ emersa la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento, nonché dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti”. (Fonte Ansa e Repubblica).

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