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Quarantena per contatto con positivo: 2 milioni di italiani chiusi in casa. I virologi: “Rivedere le regole”

di Redazione Blitz |27 Dicembre 2021 8:48

Quarantena per contatto con positivo: 2 milioni di italiani chiusi in casa. I virologi: "Rivedere le regole" (Foto Ansa)

In Italia due milioni di persone, una su 120, è chiusa in casa per la quarantena dopo aver avuto un  contatto con una persona risultata positiva al coronavirus Sars-CoV-2. Un numero che a gennaio potrebbe arrivare a dieci milioni, secondo l’infettivologo del Policlinico San Martino di Genova Matteo Bassetti. 

Il calcolo è ipotetico, frutto della moltiplicazione del numero totale dei positivi in Italia (517 mila) per il minimo di contatti: 4. Si tratta dunque di un valore indicativo: gli italiani costretti in casa per la quarantena potrebbero essere anche di più.

Per questo motivo, onde evitare il blocco del Paese, molti esperti chiedono un lockdown selettivo, valido solo per chi non si è ancora vaccinato. E c’è chi chiede l’obbligo vaccinale e il Super green pass per lavorare. 

Quanto si deve stare in quarantena dopo un contatto con un positivo

Le regole della quarantena prevedono che chi è venuto in contatto con una persona risultata positiva al coronavirus debba restare chiuso in casa per una settimana se vaccinato o dieci giorni se non vaccinato. Dopo di ché potrà uscire di casa se risultato negativo al tampone. 

Procedendo di questo passo, però, con queste regole rischiano di restare in casa dieci milioni di italiani. Per questo c’è chi invoca una revisione della quarantena, che potrebbe diventare obbligatoria solo per i contatti stretti, o addirittura per nessuno.  

Il Sudafrica, il Paese che per primo ha rilevato la variante Omicron, settimana scorsa ha abolito l’obbligo di quarantena per i contatti dei positivi che sono asintomatici.

Bassetti: “Basta quarantena per contatto con positivo: dobbiamo convivere col virus”

Contrario all’obbligo di quarantena per i contatti con i positivi al coronavirus è l’infettivologo Matteo Bassetti: “Con oltre 50mila casi al giorno destinati a diventare molti di più nelle prossime settimane, dobbiamo vivere in maniera diversa la convivenza con il virus. Ho seguito e sto seguendo centinaia di persone vaccinate con 2 o 3 dosi di vaccino che hanno il Covid. Ebbene queste persone hanno un raffreddore o una forma influenzale che dura 3-4 giorni. Nulla a che vedere con il Covid di un anno fa e con il Covid di chi non è vaccinato. Chi è malato deve stare a casa, come sempre si sarebbe dovuto fare per le malattie infettive contagiose e dobbiamo finire con il tracciamento. Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato decine di persone (i contatti) per ogni tampone positivo”, ha scritto sul proprio profilo social Bassetti.

“Il rischio, continuando così, è trovarci tra pochissimo con milioni di persone isolate e in quarantena – scrive l’infettivologo -. Chi farà il pane, chi guiderà gli autobus, chi svolgerà le lezioni a scuola, chi garantirà la sicurezza, chi batterà lo scontrino al supermercato, chi lavorerà in ospedale? Usciamo dalla visione del Covid come malattia devastante ed entriamo nella fase endemica con una malattia più gestibile (nei vaccinati) costruendo regole diverse. Altrimenti sarà durissima”.  

Maga (Cnr): “Anche chi è vaccinato può infettare”

Giovanni Maga, che dirige l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, e che a Repubblica ha detto: “Un tampone molecolare negativo dovrebbe restare un requisito” per uscire dalla quarantena. E questo considerato anche il fatto che Omicron sembra avere tre giorni di incubazione, contro i 4 e passa di Delta, e sintomi più lievi. 

“Chi è vaccinato – ha aggiunto Maga – tende a essere contagioso per un lasso di tempo più breve, ma può comunque infettare gli altri. E la nuova variante è contagiosissima. Allentando le regole si rischia di far aumentare i casi oltre misura, peggiorando la situazione anche sul fronte dei lavoratori e dell’economia”.

Signorelli: “Senza quarantena dopo contatto con positivo attenzione a non vaccinati e fragili”

Carlo Signorelli, professore di Igiene e sanità pubblica all’Ospedale San Raffaele di Milano, sottolinea i rischi per i non vaccinati: “Ci sono parecchie persone fragili che non sono vaccinate o non hanno ancora fatto in tempo a ricevere la terza dose. Se si allentano le regole, si rischia di mettere loro in pericolo e le terapie intensive in difficoltà”.

Battiston: “Lockdown per i non vaccinati”

Roberto Battiston, astrofisico e coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico dell’Università di Trento, chiede il lockdown per i non vaccinati anche sulla scorta del calo di contagi in Germania e Austria.

“La crescita dei contagi causati dalla variante Omicron è talmente rapida che potrebbe causare ben presto un’emergenza sanitaria – ha detto Battiston – In condizioni normali si sarebbe sviluppata nel corso di molti mesi, ora accade in poche settimane. A meno che non si prendano, in tempi brevi, nuove, efficaci misure di contenimento. I numeri mostrano chiaramente che quelle attualmente in vigore non sono sufficienti a fermare la rapida crescita di Omicron”.

Per Battiston seguire l’esempio di Austria e Germania “vorrebbe dire proteggere una frazione di meno del 10% dei cittadini, senza penalizzare il restante 90%: così li mettiamo al riparo dall’infezione, con possibili esiti gravi, ed evitiamo di mandare in crisi il sistema sanitario”.

Abrignani: “Obbligo di vaccino”

L’immunologo e membro del Comitato Tecnico Scientifico Sergio Abrignani parlando al Corriere della Sera chiede invece direttamente l’obbligo vaccinale: “È accettabile che 9 italiani su 10 debbano pagare per il comportamento di pochi? Per non parlare dei danni economici che si abbattono su alcune categorie quando le Regioni cambiano colore. L’obbligo vaccinale è un provvedimento duro? Il Covid è durissimo”.

“Se fossimo tutti vaccinati i letti intensivi occupati sarebbero il 20-25% degli attuali, quindi tutta l’Italia sarebbe bianca – dice Abrignani – . Sui 3 milioni circa di over 50 non vaccinati, 1,4 milioni sono over 60, l’8% circa della popolazione totale di questa età. Una minoranza che però riempie le rianimazioni e condiziona la vita del 92% che adempie al dovere”.

Super green pass per lavorare

Infine, c’è chi ipotizza l’obbligo del super green pass anche per lavorare. Secondo quanto scrive il Messaggero nell’ultimo Consiglio dei ministri se ne sarebbe discusso, decidendo alla fine di lasciare la misura per tempi più duri. Bisognerà capire quando si deciderà che sono arrivati. 

 

 

 

 

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