L’ingresso di Palazzo San Macuto
ROMA – Rischiava il licenziamento per i tagli ai costi della politica, così è entrato di nascosto ed ha rapinato la filiale del Banco di Napoli dentro Palazzo San Macuto a Roma, edificio che ospita alcune sedi della Camera. Il ladro, un esperto del palazzo che conosce i passaggi giusti per scappare inosservato, era col volto coperto da una maschera. Ha strattonato la cassiera minacciandola con un taglierino ed è fuggito con un bottino di 15mila euro.
La rapina, singolare più per il luogo (il palazzo ospita le commissioni bicamerali d’inchiesta del Parlamento tra cui quella Antimafia, quelle di vigilanza, il Copasir) che per la modalità d’esecuzione, è avvenuta nella mattinata di martedì 5 agosto intorno alle ore 9.
L’uomo, 38 anni, sposato e con 2 figli, è un dipendente della società Milano 90 che presta servizi di pulizia, assistenza, catering presso i palazzi della Camera. Poco più di un mese fa i lavoratori della azienda aveva tenuto una conferenza stampa per denunciare i possibili licenziamenti effetto dei “tagli ai costi della politica”.
Agli inquirenti era parso subito evidente che il rapinatore conoscesse bene il palazzo: dopo il colpo, per raggiungere l’uscita secondaria, da cui si è poi dileguato per i vicoli del centro storico di Roma prima di essere arrestato dalla polizia, ha dovuto fare un lungo giro per i corridoi, salendo e scendendo dal quinto piano. Un percorso pieno di deviazioni. Una volta fuori l’uomo è stato poi riconosciuto dalla polizia, che l’ha fermato mentre stava versando i soldi alla posta.
Gli ingressi sono solitamente presidiati dagli assistenti parlamentari che sottopongono chiunque entra a rigidi controlli di sicurezza. Inoltre, per entrare nelle sedi della Camera, di norma bisogna essere accreditati. Per questo era nato il sospetto che l’uomo potesse essere un dipendente di Montecitorio o di una ditta esterna impiegata alla Camera.