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La Stampa racconta Reggio Calabria: “Tutto in mano alle ‘ndrine”

di Alberto Francavilla |9 Ottobre 2012 11:22

REGGIO CALABRIA – La Stampa racconta: “Reggio Calabria è in mano alle ‘ndrine”. Guido Ruotolo, autore dell’articolo, scrive che tutti i settori strategici, in città, sono controllati (direttamente o meno) dalle cosche della ‘Ndrangheta. E il governo potrebbe discutere a breve, scrive Ruotolo, la proposta di scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa.

Nell’articolo, Ruotolo elenca tutti i campi nei quali, secondo lui, “l’infiltrazione mafiosa” la farebbe da padronba: Prendiamo per esempio le case popolari. I beneficiari sono poco meno di quattromila, di questi seicento sono deceduti, una cinquantina emigrati e soprattutto una settantina sono mafiosi. Non solo hanno avuto la casa ma non la pagano.

Altro settore citato da Ruotolo è quello del mercato ortofrutticolo: diversi concessionari di box del mercato hanno precedenti per mafia o sono risultati legati a famiglie mafiose. In una città dove tutti conoscono tutti, il Comune fa la politica dello struzzo. Non vede, anzi aiuta, rinunciando con una delibera addirittura a riscuotere il canone di locazione.

Le critiche del giornalista della Stampa non risparmiamo neanche direttamente il Comune: Ogni Comune che si rispetti ha la sua Avvocatura civica, legali in grado di fronteggiare tutti i processi in cui il Comune è coinvolto. Ma a Reggio, l’amministrazione si rivolge ad avvocati esterni, così tra i “difensori” si può scoprire il parente di un assessore o di un mafioso.

Per Ruotolo non si salvano nemmeno “cooperative e associazioni no profit”, che hanno ottenuto dal Comune l’affidamento di servizi. Ma anche nel settore dei lavori pubblici la ’ndrangheta opera indisturbata. Palazzo San Giorgio ha rinunciato a sottoscrivere l’adesione alla Stazione unica appaltante provinciale, insieme agli altri Comuni calabresi. Il risultato è che decine di imprese di mafia lavorano per il municipio.

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