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Roma, drag queen a scuola per leggere le favole ai bimbi. Meloni: “Solo a me sembra follia?”

di Daniela Lauria |26 Febbraio 2020 11:17

Drag queen a scuola per leggere le favole ai bimbi. Polemica a Roma per l'iniziativa di inclusione

Drag queen a scuola per leggere le favole ai bimbi. Polemica a Roma per l’iniziativa di inclusione

ROMA – Drag queen a scuola per leggere le fiabe ai bambini. Scoppia la polemica a Roma per l’iniziativa organizzata dall’associazione Cittadini del Mondo e sponsorizzata sul sito ufficiale del Campidoglio. La prima a partire all’attacco è stata la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Solo a me sembra una follia?”. Intanto l’evento, che doveva partire il da oggi, mercoledì 26 febbraio, è stato sospeso per l’emergenza coronavirus. 

Le drag queen Cristina Prenestina e Paola Penelope avrebbero dovuto incontrare i piccoli tra i tre e i 5 anni nella Biblioteca Interculturale di via Opita Oppio, per raccontare loro storie di inclusione e amicizia senza pregiudizi di genere. Ma già la scelta nel titolo di omettere l’identità di genere con un asterisco (“Fiabe e racconti di inclusione per bambin* e ragazz*) caratterizza e segna l’iniziativa che si fregia del patrocinio del Comune di Roma.

Nel coro di oppositori ci sono anche Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vicepresidente di Pro Vita & Famiglia, la onlus organizzatrice del Congresso delle Famiglie a Verona. “È inaccettabile – dicono – che questo corso sia pubblicizzato sul sito del Comune di Roma. Il sindaco Raggi intervenga e blocchi quest’assurdità”. I due non esitano a bollare l’iniziativa come “vergognosa”, che “indottrina i nostri figli su teorie che nel mondo sono già oggetto di revisione e di passi indietro, dopo i danni che hanno fatto. Non esistono sessi aggiuntivi oltre al maschio e alla femmina affermano i biologi”. Quindi l’appello ai genitori affinché non lascino partecipare i propri figli: “Perché i bambini sono i più vulnerabili al negazionismo sessuale e il concetto di identità di genere invece del sesso biologico è una dannosa intrusione nella sfera intima dei minori”.

Immancabile anche il presidente del Family Day Massimo Gandolfini: “La matrice ideologica dell’iniziativa è chiara fin dal titolo della locandina che apostrofa bambin e ragazz con il famoso asterisco usato dai movimenti lgbt più estremisti per sostituire la coniugazione di genere dei nomi. Come al solito chi dice di voler esaltare le differenze e l’integrazione poi arriva persino a diluire le identità sessuali con un asterisco. Da psicoterapeuta e neurochirurgo ribadisco con forza che l’identità sessuata di una persona prescinde dall’orientamento sessuale e mortificarla al punto tale da inventare una nuova grammatica avvilisce proprio l’intelligenza dei bambini e della bambine che sono in una fase delicatissima della strutturazione della propria personalità. Oltre tutto qualcuno dovrebbe spiegare a genitori, insegnanti e studenti perché in un’età in cui il bambino è alle prese con l’accettazione e la scoperta del proprio corpo viene proposto il modello ipersessualizzato e caricaturale delle drag queen. Che tutto questo possa offrire del valore aggiunto al racconto di storie sull’amicizia e l’inclusione lo possono credere solo delle menti ideologizzate che propongono teorie prive di basi scientifiche e pedagogiche”.

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