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Roma. Giro di fatture false per oltre 1 mln di euro

di admin |15 Febbraio 2012 13:23

ROMA – La Guardia di Finanza di Roma ha eseguito in tutta Italia, su ordine della Procura della Repubblica di Roma, 150 perquisizioni nei confronti di responsabili di un ‘giro’ di fatture false di circa un miliardo e duecento milioni di euro. Lo rende noto un comunicato della stessa Guardia di Finanza. Per questa operazione sono stati impiegati oltre 400 militari della Guardia di Finanza che hanno simultaneamente eseguito le perquisizioni nei confronti di persone ed aziende che, attraverso la creazione di un vorticoso ‘giro’ di fatture false, hanno movimentato merci in evasione d’imposta per un ammontare, appunto, di circa un miliardo e duecento milioni di euro.

A capo del giro vorticoso di fatture false scoperte oggi dagli uomini della Guardia di Finanza di Roma c’erano due famiglie, una romana e una napoletana, che avevano creato un sistema che tra il 2007 e il 2011 ha messo in atto un frode da circa 1,2 miliardi di euro.  Il meccanismo veniva attuato tramite l’emissione di fatture false emesse da una società romena, costituita appositamente dal sodalizio criminoso per il solo scopo di favorire l’ingente evasione Iva. L’operazione, ribattezzata dagli investigatori con il nome ‘Transilvania romana’, è stata diretta e coordinata dal procuratore aggiunto, Pierfilippo Laviani.

Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno individuato circa cento ditte operanti sull’intero territorio nazionale che, oltre ad essere formali clienti dell’interposta società romena, a loro volta erano coinvolte in un’ulteriore frode carosello Iva. Tali società, nello stesso periodo, risultano aver effettuato acquisti di beni, senza Iva, anche da altri fornitori dell’Ue per un ammontare di circa 1,2 miliardi di euro, per poi rivenderli in Italia agli effettivi beneficiari della frode, a prezzi fortemente concorrenziali. L’Iva esposta in fattura, non veniva mai versata all’erario, consentendo, quindi, di cedere i beni sottocosto (valore inferiore rispetto a quello d’acquisto) e di perpetrare in tal modo una frode Iva superiore ai 240 milioni di euro.

Nel corso delle perquisizioni, svolte nel Lazio, Campania, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Puglia e Calabria,  sono stati sequestrati documenti contabili, computer ed altro materiale elettronico. Novanta i responsabili denunciati per il reato di emissione e uso di fatture inesistenti con l’aggravante dell’attivita’ transnazionale. Per l’applicazione dell’istituto del ”sequestro per equivalente” sono già state segnalate agli inquirenti proprieta’ mobiliari e immobiliari (abitazioni, terreni, quote societarie, auto e barche) riconducibili ai sei componenti del sodalizio, pari al valore di circa 3 milioni di euro.

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