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Roma, il liceo del “ragazzo con la pala” meta dei devastatori: danni per 200mila euro

di admin |20 Dicembre 2010 11:26

Il "ragazzo con la pala" arrestato dopo gli scontri del 14 dicembre

Corridoi imbiancati dalla polvere degli estintori, computer divelti, banchi rotti, cassaforte sventrata, arredi in pezzi. E’ lo scenario dell’Istituto linguistico Caetani, la scuola del quartiere Prati, a Roma, dove studiava il liceale arrestato dopo gli scontri del 14 dicembre scorso. Il “ragazzo con la pala”, sospettato all’inizio di essere un provocatore, è diventato un simbolo per la lotta dei liceali. E insieme a lui anche la scuola che frequentava.

Qui, nel fine settimana, molti ragazzi stavano occupando l’istituto e lo hanno letteralmente devastato. “Mi avevano detto che volevano fare lezione di antagonismo. Ecco, la lezione è finita: gli do un bel 10 e lode”, racconta sconsolato al Corriere della Sera il dirigente scolastico, Nardo Nardoni, mentre si aggira tra le macerie.

“Mi hanno chiamato due bidelli, mi sono precipitato. Devo avvertire il prefetto, che dice? Io mi occupo di didattica: cosa si fa in casi del genere?”. In corridoio c’è una fotocopiatrice divelta a metà. “Solo questa varrà 10 mila euro. Lo scriva: sono tremendamente incazz… Noi presidi veniamo lasciati soli: l’autonomia scolastica viene interpretata come anarchia. Sì, la connessione con la guerriglia del 14 dicembre c’è: quel nostro ex allievo diventato famoso ha fatto sentire tutti al centro del ciclone mediatico”, aggiunge il preside. Una prima stima è di 200 mila euro di danni.

Dopo giorni di occupazione, e distruzione, è arrivata infine anche la Digos, anche se all’arrivo l’istituto era vuoto. Via i ragazzi, ma anche i computer, le lavagne, persino i registri. Ora tutti rischiano di perdere l’anno, si preoccupa una studentessa arrivata a vedere la devastazione.  Chi ha occupato per giorni l’istituto? “All’inizio occupavamo noi interni, poi molti si sono spaventati e sono rimasti gli imbucati”, racconta una ragazza. “Centocelle presente” si legge  in una scritta. Ma c’è anche una svastica, il simbolo della A di anarchia. Segni diversi e contraddittori e sui cui, ora, il magistrato dovrà indagare.

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