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A Roma il Piano Neve esiste dal 1985. Ma è stato accantonato

di Daniela Lauria |6 Febbraio 2012 9:57

ROMA – Il Piano Neve esiste ma è stato accantonato. Predisposto sin dalla storica nevicata del 1985 e reiterato di anno in anno fino al 2009, quando Alemanno decise che la responsabilità di ripulire le strade in caso di neve doveva essere tolta all’Ama e affidata alla Protezione civile comunale. Con quella decisione furono smantellati i presidi di quartiere e l’Ama non conservò più le sacche di sale, acquistate con sei mesi di anticipo. Ritirate anche le pale da neve, che venivano regolarmente distribuite a inizio stagione.

Questa è l’accusa da cui deve difendersi oggi il sindaco Alemanno: “Al posto di migliaia di robusti operatori, si è affidato a sparute quanto improbabili associazioni di volontariato”, lamenta Athos De Luca , consigliere comunale del Pd. Senza sale si blocca la viabilità e tutti i servizi cittadini vanno in tilt. Tanto semplice, quanto inapplicato. A partire dalla giornata di venerdì la Capitale d’Italia ci ha impiegato 72 ore per arrivare alla completa paralisi.

Attorno alle 12 di venerdì è cominciato a nevicare. Dopo poco, per motivi di sicurezza, è stato sospeso il servizio Atac e ordinato il rientro dei mezzi nelle rimesse. Ma molti autobus sono rimasti bloccati a bordo strada per slittamenti. Solo io 5% degli autobus è riuscito a montare le catene e garantire un servizio di emergenza. I binari dei tram si sono ghiacciati e anche i treni sono rimasti bloccati. L’esercito è stato mobilitato solo in tarda serata.

Il responsabile della Protezione civile capitolina è Tommaso Profeta, funzionario di polizia distaccato in Campidoglio, che alla data 1 febbraio garantiva di aver messo a disposizione 150 tonnellate di sale. A chi toccava distribuirlo? Secondo il Piano Neve, l’intervento spettava al personale del Servizio giardini e alle ditte di manutenzione stradale. Ma non tutti hanno risposto all’appello: non tutti disponevano dei mezzi adeguati e quelli che c’erano si sono concentrati sulle vie consolari. Senza contare che i primi a restare bloccati negli ingorghi sono stati proprio gli operatori. Non resta che verificare i dati su assenze e presenze.

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