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Siccità al nord: le piogge servono a poco, ma Po e Reno respirano. Precipitazioni dimezzate

di Redazione Blitz |11 Aprile 2019 14:31

Siccità al nord: le piogge servono a poco, ma Po e Reno respirano. Precipitazioni dimezzate

Siccità al nord: le piogge servono a poco, ma Po e Reno respirano. Precipitazioni dimezzate

ROMA – Gli  strascichi di inverno e le ultime intense precipitazioni alleviano solo un po’ la siccità che ha colpito il settentrione d’Italia, ma il suolo più profondo non risentirà se non in minima parte di queste piogge, anche dove pioverà copiosamente. 

Per esempio, la pioggia ha fatto innalzare il fiume Po di quasi 1,5 metri in un solo giorno per raggiungere un livello idrometrico di -1,75 al ponte della Becca dopo un lungo periodo di magra in cui era sceso sui livelli di piena estate.

Il Reno, dopo la paurosa esondazione di febbraio con ingenti danni a diverse località del Bolognese, come Castel Maggiore e Argelato, fino all’arrivo delle ultime piogge si presentava così: acqua bassissima e isole bianche di pietre ben in vista, a Bologna è praticamente scomparso, come in certi giorni di solleone a ferragosto.

Più a nordovest, dove il fiume comincia il suo corso, le cose non cambiano: non sono mai state così scarse negli ultimi 50 anni, nel primo trimestre dell’anno, le risorse idriche in metà dei bacini del Piemonte. Ci vorrebbe un aprile particolarmente piovoso per riportare la situazione generale alla normalità nel medio-breve periodo, ma le previsioni sono di precipitazioni nella norma. Lo evidenzia il rapporto mensile di Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale).

“Allo stato attuale – afferma la Coldiretti – nel nord Italia la situazione è grave come quella del 2017, uno degli anni peggiori del secolo, che ha creato difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani ed è costata due miliardi di euro in danni all’agricoltura a causa della siccità che ha tagliato i raccolti delle principali produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino al mais, ma anche ai vigneti e al fieno per l’alimentazione del bestiame per la produzione di latte”.

Le precipitazioni, sottolinea la Coldiretti, sono importanti per fermare gli incendi che si sono moltiplicati fuori stagione, ma anche per ripristinare le scorte di acqua sulle montagne, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nei terreni, per lo sviluppo primaverile delle coltivazioni.

Durante il trimestre invernale sono caduti circa 15 miliardi di metri cubi in meno di acqua rispetto alla media stagionale, ma la situazione più difficile è al nord con le precipitazioni che sono dimezzate. L’acqua arriva infatti dopo un lungo periodo di caldo e siccità ed aiuta le semine di granoturco, soia, girasole, barbabietole, riso e pomodoro ma anche ortaggi e piante da frutto che si trovano in piena fioritura. (fonte Ansa)

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