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Sofia De Barros, bimba simbolo di Stamina, è morta. I genitori: “Vannoni un millantatore”

di Warsamé Dini Casali |2 Gennaio 2018 14:15

Sofia De Barros, bimba simbolo di Stamina, è morta. I genitori: “Vanoni un millantatore”

ROMA – Sofia De Barros, bimba simbolo del metodo Stamina, è morta. I genitori: “Vannoni un millantatore”. La piccola Sofia, divenuta qualche anno fa il simbolo del metodo Stamina, è “volata in cielo”. Poche parole dei genitori, Caterina Ceccuti e Giulio De Barros, postate sui loro profili facebook hanno dato quell’annuncio che nessuno avrebbe voluto leggere, alla vigilia del nuovo anno, seguito dal desiderio di lottare per altri bambini.

E contro chi specula sul dolore spacciando false illusioni: “La nostra non è stata e non sarà mai una battaglia per il metodo Stamina. Davide Vannoni è un millantatore, non ha inventato nulla”, dice il papà.

Sofia aveva solo un anno e mezzo quando i genitori, nel 2011, si resero conto per primi che qualcosa nella bambina non andava. Il responso dei medici fu tremendo: leucodistrofia metacromatica, una rara malattia neurodegenerativa che non lascia speranze. I genitori non si arrendono, si mettono alla ricerca di tutto ciò che esiste in Italia e all’estero.

Diventano esperti di un qualcosa che, fino ad allora, non sapevano neppure esistesse. E’ così che vengono in contatto con Davide Vannoni, il presidente di Stamina Foundation, che agli Spedali Civili di Brescia utilizza un metodo sperimentale, non ancora approvato, e mai lo sarà, dal ministero della Salute, per curare alcune patologie rare. Le infusioni che anche Sofia fa in Lombardia, secondo i suoi genitori, forse non servono a guarirla, ma loro hanno la certezza che la piccola dopo la cura torna a casa in condizioni migliori.

Poi lo stop dei giudici, l’allontanamento di Vannoni dalla sanità. La voglia di lottare di Caterina e Giulio non si ferma. Nel 2013 nasce la Fondazione ‘Voa Voa’, dal titolo del libro che la madre, giornalista e scrittrice, ha dedicato alla sua bimba. L’obiettivo è aiutare i bambini affetti da gravi patologie ad avere condizioni di vita migliori e le loro famiglie a superare le tante difficoltà burocratiche. In breve la Fondazione e la piccola Sofia diventano un punto di riferimento.

Sofia per sei anni non smette mai di soffrire ma neppure di lottare. Così come i suoi genitori. “Non è compito di Sofia cambiare il mondo, ma di indicare il bisogno di farlo come un martire che smuove i cuori e le coscienze con il suo esempio di vita”, disse Giulio qualche anno fa. Sofia ha smesso di respirare la notte tra il 30 e il 31 dicembre tra le loro braccia: “Ora per lei non esiste più dolore, c’è solo l’amore”, hanno scritto i suoi genitori. I funerali si svolgeranno giovedì 4 gennaio, alle 11, alla basilica di San Miniato al Monte.

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