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Terremoto a grappolo come una bomba a orologeria: “Durerà a lungo”

di Elisa D'Alto |30 Maggio 2012 11:45

(Foto Lapresse)

MODENA – Quelli dell’Emilia Romagna sono terremoti a grappolo. C’è un primo evento (20 maggio) che innesca altri movimenti tellurici. Che però hanno una periodicità “non prevedibile né sempre uguale”. Quello che sta succedendo chilometri sotto la Pianura padana non è chiaro: il 29 maggio una scossa forte come la prima. E ora? Ora nessuno può dire con certezza che la terra si sia placata. In altre parole, altri terremoti di grado 6 sono possibili. E lo sciame, fatto di scosse minori, potrebbe durare a lungo. Gianluca Valensise, dirigente dell’Ingv, spiega a Repubblica la situazione emiliana come un domino. La rottura di un frammento ha creato pressione sul frammento accanto. Scossa genera scossa e così via, ma fino a quando? Nel sottosuolo c’è una bomba a orologeria: “Quel che possiamo dire è che un fenomeno sismico su una faglia a volte innesca sulla faglia vicina un conto alla rovescia che può durare giorni, anni, magari millenni. Prima o poi, però, quell’orologio arriva all’ora zero”.

L’ora zero è arrivata il 20 maggio, si è ripetuta il 29. E’ prevedibile che ce ne sia un’altra? “Ci sono varie ragioni per dire che quella zona della Pianura era e resta attiva”, spiega il sismologo Carlo Doglioni. Per capire cosa si muove nei sotterranei della Terra basta dare un’occhiata a una piantina sulle dinamiche geologiche del nostro pianeta. Le placche terrestri attraversano i vari continenti. La placca africana e quella euroasiatica si incontrano proprio in Italia. Quando quella africana avanza, Appennini e Alpi si scontrano. In mezzo, c’è la Pianura padana. Una manciata di chilometri sotto c’è una delle strutture geologiche più aggrovigliate che la Terra abbia. “Nelle mappe del rischio sismico – spiega a Repubblica il sismologo Alberto Marcellini – questa area è classificata come ‘medio-bassa’. Probabilmente il dato è sottostimato e andrà aggiornato”.

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