Vaccini e autismo, scienziati contro pm: “Non c’è nesso, nessuna prova”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Marzo 2014 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA
Vaccini e autismo, scienziati contro pm: "Non c'è nesso, nessuna prova"

Vaccini e autismo, scienziati contro pm: “Non c’è nesso, nessuna prova”

ROMA – Vaccini e autismo, scienziati contro pm: “Non c’è nesso, nessuna prova”. La Procura di Trani ha aperto un’inchiesta dopo la denuncia di una coppia di genitori secondo i quali il figlio è affetto da autismo a causa del vaccino Mpr (contro morbillo, parotite e rosolia). Anche i carabinieri del Nas hanno cominciato ad indagare. La comunità scientifica (dai pediatri ai ricercatori fino all’Organizzazione mondiale della Sanità) denunciano l’ennesima intromissione che, senza alcuna prova sperimentale, accredita un nesso causale tra vaccini e autismo. La teoria, smentita più volte, resiste sulla rete e ogni tanto viene ribadita nel circuito informativo.

Pochi ricordano però, ammoniscono i medici, che il presunto scopritore della pericolosità dei vaccini, l’ex medico inglese Andrew Wakefield, è stato accusato di frode scientifica e radiato dall’Albo: nel 1998 aveva condotto una sperimentazione con 12 bambini autistici in cui concludeva che era colpa dei vaccini. In realtà, nel 2010 il Sunday Times scoprì  che Wakefield agiva in conflitto d’interessi per introdurre i test di accertamento delle cause dell’autismo. Nel 2010 la prestigiosa rivista Lancet ha ritirato lo studio, il medico è stato radiato, ma le sue teorie continuano far presa sui genitori a caccia disperata di un motivo che spieghi l’autismo dei figli.

Il risultato più tangibile (e pericoloso) di questa amnesia è la fuga dalla prevenzione, per cui, per esempio a Rimini dove un altro tribunale ha avvalorato la tesi della relazione tra vaccino e autismo (altre inchieste a Pesaro, a Bassano del Grappa), si regista un meno 8% di vaccinazioni. In Inghilterra, anche un 5% in meno ha aumentato il numero di casi di encefaliti da morbillo. In un certo senso, la contrapposizione tra i medici e alcuni magistrati richiama quella sul trattamento Stamina di Davide Vanoni: l’opinione pubblica disinformata trovò in  qualche magistrato il suo difensore, salvo scoprire dopo che il misterioso preparato detto Stamina non conteneva cellule staminali.

In molti, inoltre, dicono che dietro questi farmaci ci sono gli interessi dell’industria, che in effetti in altri frangenti non è immune da colpe. Casi come quello di Trani contribuiscono a rendere ancora più complicata la situazione. «Notizie del genere creano allarme e spingono la gente a non vaccinate i figli, che è un errore — spiega Silvio Garattini, farmacologo del Mario Negri di Milano — E lo dico io, che non sono certo un amico dell’industria farmaceutica e la mia storia lo dimostra. Però il lavoro che hanno fatto per i vaccini è importante. (Michele Bocci, La Repubblica)