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Valanga val Senales, indagate cinque persone

di redazione Blitz |30 Dicembre 2019 18:54

Foto Ansa

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BOLZANO – Cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati a seguito della valanga che sabato scorso, intorno all’ora di pranzo, ha investito alcuni sciatori sulla pista “Teufelsegg” in Val Senales, provocando la morte di una donna di 25 e di sua figlia di sette e di un’altra bambina sempre di sette anni, tutte provenienti dalla Germania. Lo rende noto il procuratore della Repubblica di Bolzano, Giancarlo Bramante.

Le ipotesi di reato sono omicidio colposo plurimo e disastro colposo derivante da valanga. Durante un volo di ricognizione ed un sopralluogo sulla pista, che è stata sottoposta a sequestro probatorio, sono stati rilevati, anche fotograficamente, la dimensione della valanga ed i punti di distacco. La procura ha anche incaricato un consulente di ricostruire la dinamica dell’accaduto. La magistratura, infine, ha rilasciato i nulla osta per i funerali delle vittime.

Nel 2019 ben 18 valanghe, Coldiretti: “Aumento del 12%”

Nel 2019 sono stare registrate in Italia 18 valanghe con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento alla tragedia in Val Senales sulla base della elaborazione dell’European Severe Weather Database (ESWD).

A favorire le valanghe – sottolinea la Coldiretti – è stato un 2019 del tutto anomalo dal punto di vista climatico che si classifica fino ad ora in Italia come il quarto più caldo dal 1800 facendo registrare una temperatura media nei primi undici mesi superiore di 0,88 gradi la media storica sulla base degli ultimi dati di Isac Cnr dei primi undici mesi dell’anno, che rileva le temperature da oltre 200 anni.

La valanga – continua la Coldiretti – si deve alla rottura del manto nevoso, che porta una massa di neve o ghiaccio a precipitare verso valle la cui causa più comune è il sovraccarico nevoso al di sopra di un pendio ma anche le forti precipitazioni e il vento possono favorire l’instabilità mentre l’innalzamento termico è l’altra dinamica più frequente.

Gli effetti del caldo fuori stagione – riferisce la Coldiretti – si fanno sentire sull’ambiente e sulla natura dove aumenta l’instabilità, sono stati sconvolti i normali cicli stagionali e si moltiplicano gli eventi estremi. Una situazione che mette a rischio la vita ed il lavoro anche nelle montagne dove il surriscaldamento – spiega la Coldiretti – ha inaridito i pascoli e ridotto la disponibilità di foraggio per gli animali ma è anche recente il ricordo della tempesta Vaia che ha abbattuto poco più di un anno fa ben 14 milioni di alberi.

L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – precisa Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Non si tratta di casi isolati, la classifica degli anni interi più caldi lungo la Penisola negli ultimi due secoli si concentra infatti – conclude la Coldiretti – nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014 e il 2003. 

Fonte: Ansa, Agi

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