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Lavitola in carcere a Napoli: “Ha chiesto anche 5 milioni a Berlusconi”

di Emiliano Condò |16 Aprile 2012 18:21

Valter Lavitola (LaPresse)

ROMA – Valter Lavitola, l’ex direttore dell’Avanti latitante in Sudamerica dal 14 ottobre 2011, è rientrato  in Italia per costituirsi. L’aereo Alitalia proveniente da Buenos Aires con a bordo Lavitola è atterrato all’aeroporto di Fiumicino alle 6:41 di lunedì 16 aprile. Poi l’ex direttore dell’Avanti è stato accompagnato al carcere di Poggioreale sotto scorta. Lavitola inoltre avrebbe avuto intenzione di chiedere 5 milioni di euro a Silvio Berlusconi. E se il leader del Pdl non avesse pagato, Lavitola ”avrebbe avuto tutte le giustificazioni, anche morali, per dire tutto quello che sapeva su Berlusconi”. A dichiararlo ai pm di Napoli e’ Maria Lavitola, sorella del direttore dell’Avanti.

Contro di lui è stata messa una nuova ordinanza di custodia, su richiesta della Procura di Napoli, insieme al senatore del Pdl Sergio De Gregorio, e ad Antonio Bifano, Vincenzo Ghionni, Roberto Cristiano e Patrizia Gazzulli: tra le accuse si contesta a Lavitola la corruzione internazionale per aver “corrotto il presidente e il governo di Panama nel mercinomio legato alla realizzazione di carceri modulari nello Stato dell’America centrale” con soldi “dentro una valigetta” e associazione a delinquere legata ai fondi per l’editoria per “aver distratto e portato all’estero i fondi dell’Avanti”.

”Lavitola ha sempre affermato che dietro i contratti tra le societa’ di Finmeccanica e il governo di Panama c’era un grosso movimento finanziario in nero destinato al presidente Martinelli e che il contratto da lui avuto da Finmeccanica, per 30 mila dollari, era solo la copertura per giustificare la sua presenza e la sua attività a Panama”, ha affermato, interrogato dai pm di Napoli, Mauro Velocci, presidente del consorzio di imprese che avrebbe pagato tangenti per costruire carceri a Panama. Velocci ha anche aggiunto che ”Lavitola mi ha raccontato che lui era il pupillo di Craxi e che quando Craxi, da latitante, fuggì in Tunisia, a lui (e cioè al Lavitola) era affidato il compito di portare i soldi in contante da Berlusconi a Craxi che si trovava in Tunisia”.

Piumino blu smanicato, maglioncino bianco, jeans, scarpe da ginnastica, zainetto beige in spalla e con un piccolo trolley: così è apparsoValter Lavitola allo sbarco del Boeing 777 dell’Alitalia atterrato a Fiumicino. Qui Lavitola è stato prelevato da un nutrito dispiegamento di uomini della Polizia di frontiera e condotto negli uffici della Polizia giudiziaria. Dopo di che l’ex direttore dell’Avanti è stato fatto uscire da una uscita secondaria e accompagnato nel carcere di Poggioreale a Napoli.

Tutte le accuse contro Lavitola. Dalle fonti di prove acquisite dai pubblici ministeri di Napoli Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli riguardo alle attività svolte all’estero da Lavitola, “emerge chiaramente, a livello di gravità indiziaria, il coinvolgimento, oltre del Lavitola nel ruolo di intermediario, del Presidente di Panama Martinelli e di uomini del suo governo nel mercimonio” legato alla realizzazione di carceri modulari nello Stato dell’America centrale. Lo scrive il gip di Napoli Dario Gallo nell’ordinanza di custodia cautelare a carico dello stesso Lavitola, del sen. Sergio De Gregorio e di una dozzina di altri indagati.

Al presidente di Panama sarebbe stato promesso da un imprenditore anche un elicottero del valore di otto milioni di euro. L’affare poi sarebbe saltato dopo il coinvolgimento di Lavitola nell’inchiesta. Il valore stimato per l’appalto era di 176 milioni di euro per la realizzazione di carceri modulari. Lavitola avrebbe avuto un ruolo di mediatore “accreditato” sia presso il governo di Panama che presso autorità italiane. Il valore dei beni promessi è stimato in circa 28 milioni di euro mentre le somme effettivamente corrisposte sono di 530mila euro e 140mila dollari.

Il gip di Napoli Gallo ha disposto anche il sequestro preventivo dei beni aziendali del Consorzio Svemark, società per la quale Lavitola, attraverso tangenti, avrebbe cercato di ottenere l’appalto per la costruzione di 4 carceri modulari a Panama.

Somme incassate a titolo di contributi per l’editoria dall’Avanti sarebbero state distratte dalle casse della società editrice e destinate a “soggetti domiciliati all’estero”. È quanto emerge dall’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli. I presunti illeciti riguardano i contributi erogati alla società editrice International Press che sarebbero stati incassati attraverso la documentazione attestante spese in realtà mai sostenute come quelle relative allo “strillonaggio”. I reati ipotizzati in questo filone dell’indagine vanno dall’associazione per delinquere alla emissione e utilizzo di fatture false alla bancarotta fraudolenta, riciclaggio e truffa. La somma complessivamente erogata per l’Avanti è di oltre 23 milioni di euro a cominciare dal 1997.

Ci sono anche oltre 500 mila euro “ricevuti dal partito politico Forza Italia” tra le somme ricevute da Valter Lavitola “la cui effettiva causale è oggetto di accertamenti in corso” da parte degli inquirenti napoletani. Emerge nell’ordinanza di custodia cautelare, in cui si aggiunge che accertamenti sono in corso anche sul 1 milione 628.800 euro ricevuti dalla società Sorem.

Su Lavitola pende già una richiesta d’arresto da parte dei magistrati di Bari, nell’ambito di un’inchiesta partita da una presunta estorsione all’ex premier Silvio Berlusconi.

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