X

Vatileaks: Chaouqui, marito e altri 6 indagati anche a Roma

di Daniela Lauria |3 Dicembre 2015 19:49

Francesca Immacolata Chaouqui

ROMA – Lo scandalo Vatileaks 2 approda anche alla Procura di Roma. Sono in tutto sono otto gli indagati nell’inchiesta scaturita dalla compravendita del Castello di San Girolamo a Narni. Oltre a Francesca Immacolata Chaouqui, il presunto corvo al centro dell’inchiesta vaticana, e al marito ed esperto informatico Corrado Lanino, altre sei persone sono coinvolte nell’inchiesta capitolina ereditata dai pm di Trani.

Sono l’ex dirigente di Palazzo Chigi, Mario Benotti, l’editore de Il Giornale, Paolo Berlusconi e il direttore Alessandro Sallusi, l’imprenditore Sauro Moretti, il giornalista Enrico Cisnetto e l’imprenditrice Rossana Daniela Guarnieri.

La Procura di Roma ha notificato a tutti un avviso di garanzia. Nel provvedimento di due pagine, firmato dai pm Nicola Maiorano e Stefano Pesci, vengono elencati i reati contestati in concorso agli altri indagati.

Alla Chaouqui, già al centro dello scandalo Vatileaks 2, al marito, a Benotti e Guarnieri, la procura contesta il reato di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo in sistema informatico, intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e la diffusione di dispositivi informatici diretti ad interrompere o danneggiare un sistema informatico.

Concussione e induzione indebita sono contestati alla pr in concorso con Paolo Berlusconi, Sallusti, Cisnetto e Moretti. Alla sola Chaouqui è contestato il millantato credito. I fatti e reati contestati risalgono alla primavera del 2013 quando la procura di Terni ha avviato il procedimento poi giunto per competenza a Roma. I pm, infine, chiederanno al gip di disporre una perizia su pc e attrezzature informatiche sequestrati nell’appartamento della Chaouqui in sede di incidente probatorio.

Ieri, 2 dicembre, si è svolto in procura un incontro tra i pm titolari dell’inchiesta, Stefano Pesci e Nicola Maiorano, e gli inquirenti che hanno proceduto con il primo atto istruttorio su mandato dei magistrati capitolini. Obiettivo di chi indaga è capire se possa reggere l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’intrusione informatica ipotizzata dai pm di Terni nei confronti dei due coniugi e dell’ex funzionario di Palazzo Chigi, Mario Benotti.

I magistrati romani, come atto dovuto, hanno recepito quanto ipotizzato dai colleghi umbri ma non è escluso che i capi di imputazione e i reati contestati possano mutare. Le perquisizioni svolte ieri non hanno interessato Benotti. Oggi il difensore dell’ex funzionario di Palazzo Chigi, l’avvocato Matteo Melandri, ha avuto un incontro con gli inquirenti per programmare un interrogatorio ma al momento i pm vogliono prima conoscere i risultati della perquisizione svolta.

Scelti per te