Ci sono parecchi ingredienti in questa storia di provincia che arriva da Vigevano. In manette sono finiti Flavius Alexa Savu, 33 anni disoccupato, e Florin Tanasie, 22 anni, già condannato per furto di batterie usate. Avevano architettato un ricatto parecchio fruttuoso: a don Gregorio Vitali, 70 anni, avevano detto che avrebbero reso pubblici telefonate e filmati relativi a festini gay spendendo il materiale alle Iene. Per evitarlo doveva versare 250mila euro. Soldi che il parroco dà, e ora i carabinieri stanno cercando di capire come siano avvenuti i versamenti e soprattutto da dove venissero i soldi: il sospetto è che venissero dal santuario, dove cioè tanti fedeli lasciano offerte e donazioni in assoluta buona fede.
Ma poi c’è una seconda tranche di denaro, quella che doveva essere consegnata sabato scorso e che invece è finita con gli arresti. Succede infatti che, dopo un anno di ricatti, i due romeni decidano di chiedere altri 250mila euro. Stavolta, sostiene l’accusa, ci si è messo di mezzo anche un altro sacerdote come intermediario. Si tratta di don Paolo Scevola, 35 anni, promotore di giustizia del tribunale diocesano di Vigevano, con un prestigioso incarico in Vaticano agli Affari generali della Segreteria di Stato.
I carabinieri hanno scoperto che uno dei due romani ha fatto almeno due viaggi a Roma per incontrare don Scevola. Succede però che nel frattempo il vescovo Maurizio Gervasoni decida di denunciare tutto. E così sabato i due romeni si travestono da preti per incontrare don Gregorio Vitali, il ricattato, e don Scevola. Al momento dello scambio della valigetta arrivano i due carabinieri, opportunamente vestiti da preti. E scattano le manette per i due ricattatori. Dalle indagini è emerso che non esisteva un video, ma alcuni file audio relativi a telefonate compromettenti. Don Vitali, allontanato da Garlasco ufficialmente per motivi di salute, non è accusato di reati: agli incontri non erano infatti presenti minori.