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Wikileaks sul caso Abu Omar: “Dagli Usa pressioni all’Italia sulle indagini”

di Maria Elena Perrero |17 Dicembre 2010 19:55

Abu Omar

Il governo Usa cercò di ”condizionare” l’inchiesta della Procura in Italia sugli agenti della Cia coinvolti nel sequestro di Abu Omar: all’inizio, gli americani si sono mossi attraverso ”canali diplomatici”, ma in seguito anche con ”colloqui di alto livello con il primo ministro italiano Silvio Berlusconi”. Lo scrive oggi il settimanale tedesco Der Spiegel sulla base di alcuni cablogrammi inviati a Washington dall’ambasciata americana a Roma e ottenuti dal sito Wikileaks. Secondo lo Spiegel, questi ”dispacci segreti” sono ”particolarmente imbarazzanti per Berlusconi”.

Il caso Abu Omar è diventato un ”grattacapo” per Washington quando il tribunale di Milano ha incriminato gli agenti della Cia coinvolti nel sequestro dell’ex imam, scrive lo Spiegel. I cablogrammi segreti, prosegue il settimanale, indicano ”come gli Usa hanno minacciato il governo italiano nel tentativo di condizionare il caso”: da parte sua, ”il premier Silvio Berlusconi era apparentemente felice di aiutare”.

Dopo i primi tentativi di condizionare l’inchiesta fatti su Milano, gli sforzi degli Usa si sono rivolti verso Roma. E’ a questo punto – scrive lo Spiegel, riporta anche oggi il quotidiano ‘Il Fatto’ a pagina 13 – che ci sono stati i contatti con il presidente del Consiglio. I diplomatici americani e il segretario alla Difesa Usa Robert Gates, riporta il settimanale, sono stati rassicurati sul fatto che il governo italiano – secondo quanto cita lo Spiegel dai documenti segreti – ”stava lavorando sodo per risolvere la situazione”.

I documenti, prosegue il giornale, forniscono una ”descrizione dettagliata” di come l’ambasciatore americano e il segretario alla Difesa, Robert Gates, ”hanno esercitato una pressione diretta sul governo italiano a Roma”. In particolare, sottolinea lo Spiegel, ”essi volevano assicurarsi che Roma usasse la propria influenza affinché non fosse emesso alcun mandato di arresto internazionale contro gli agenti della Cia accusati di essere coinvolti nel sequestro di Abu Omar”.

Lo Spiegel riferisce a questo proposito di un dispaccio del maggio 2006, in cui l’ambasciatore americano a Roma ha inviato a Washington un messaggio – definito dallo Spiegel ”minaccioso” – secondo il quale un’eventuale emissione dei mandati di arresto internazionali avrebbe potuto portare – nelle parole dello Spiegel – a un ”drastico deterioramento dei rapporti bilaterali”.

Lo Spiegel cita poi alcuni appunti dell’ambasciatore Usa relativi a una sua conversazione del 24 maggio 2006 con Gianni Letta. Negli appunti, l’ambasciatore ha scritto di avere spiegato a Gianni Letta che ”niente avrebbe danneggiato i rapporti (bilaterali) più rapidamente e seriamente di una decisione del governo italiano” di appoggiare i mandati di arresto. Letta, scrive lo Spiegel, ha suggerito che per chiudere il caso il più in fretta possibile l’allora Procuratore generale Usa avrebbe dovuto parlare con l’allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella.

Il governo italiano già faceva ”tutto il possibile per insabbiare il caso Abu Omar” prima che gli americani cominciassero a fare pressioni, scrive lo Spiegel. Tutte le prove del sequestro in possesso dei funzionari italiani sono state coperte dal segreto di Stato, prosegue il giornale, che scrive: ”Gli americani sono stati molto felici di questa mossa”. Tanto che un dispaccio sui documenti secretati riporta: il governo italiano ”è pienamente impegnato a mantenere la nostra forte cooperazione sull’anti-terrorismo”.

In altri dispacci, prosegue lo Spiegel, membri del governo hanno indicato agli americani che il sistema giudiziario poteva essere facilmente manipolato, una circostanza questa che secondo il settimanale tedesco dà ”l’impressione di una posizione di sottomissione” dell’Italia. Il settimanale riferisce inoltre di un incontro tra Berlusconi e Gates a Palazzo Chigi lo scorso febbraio. In quell’occasione, secondo i dispacci, Gates ha espresso interesse per le sorti di uno degli agenti coinvolti Cia nel sequestro – Joseph Romano – per il quale il segretario Usa voleva ottenere l’immunità.

Secondo il cable inviato a Washington, Berlusconi ha detto a Gates che ”stava lavorando sodo per r risolvere la situazione” e ha previsto che le ”corti decideranno in nostro favore in appello”. Il giorno successivo, Gates ha incontrato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, prosegue lo Spiegel. Su questo incontro, il dispaccio riferisce che il segretario Usa ha ringraziato La Russa per avere inviato lettere alle autorità competenti che appoggiavano la tesi americana, secondo cui la competenza su Romano era degli Stati Uniti, non dell’Italia.

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