Yara Gambirasio, “cani molecolari affidabili”. Soccorso alpino vs procura

Pubblicato il 4 Maggio 2013 - 19:32| Aggiornato il 10 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

BERGAMO – Caso di Yara Gambarasio: ”I cani molecolari sono assolutamente affidabili nella ricerca e soccorso, ma l’interpretazione e la sintesi finale spettano all’uomo”. Ad affermarlo è Piergiorgio Baldracco, presidente nazionale del soccorso alpino. Una presa di posizione che arriva dopo che, una decina di giorni fa, il pm bergamasco titolare dell’inchiesta sulla morte di Yara, Letizia Ruggeri, aveva inserito nel fascicolo a carico di Mohammed Fikri articoli di cronaca sulla presunta inaffidabilita’ dei cani molecolari.

Nei giorni immediatamente successivi la scomparsa di Yara, avvenuta il 26 novembre 2010 a Brembate Sopra, proprio i cani molecolari avevano portato all’allora cantiere di Mapello, dove lavorava proprio Fikri.

Recentemente il pm ha inserito nel fascicolo un articolo riguardante il caso di Laura Winkler, la tredicenne di Brunico trovata morta a meta’ aprile in un burrone, a seguito di una caduta accidentale. Nel pezzo si riferiva che i cani avevano portato i ricercatori verso un hotel chiuso da tempo, piu’ a valle del punto in cui la tredicenne era morta.

Ora la replica del Soccorso alpino. ”Pur trattandosi di un’attivita’ di ricerca effettuata in scenari non di stretta competenza del Soccorso alpino e speleologico, la Direzione nazionale, su specifica richiesta delle autorita’, aveva deciso di impegnare le proprie unita’ cinofile nel caso della scomparsa di Yara Gambirasio, garantendo il massimo impegno e qualita’ operativa”.

Aggiunge il presidente: ”Nonostante l’assoluta preparazione dei conduttori e nonostante il rigido e faticoso iter formativo e certificativo ai quali sono sottoposti anche i cani, gli stessi possano sbagliare traccia, quindi l’obiettivo del ritrovamento, per motivazioni tecniche e ambientali piu’ diverse”.

Nella sua nota Baldracco evidenzia che ”da sempre ci si affida alle unita’ cinofile con grande fiducia ma, alla fine, nell’attivita’ di ricerca in ambiente ostile e impervio di competenza del Soccorso alpino le scelte operative, ovvero quelle di carattere decisionale, le compiono gli uomini e… non gia’ il cane, pur importante, spesso fondamentale, per gli aspetti indiziari”.

”Cio’ premesso – conclude Baldracco – si rimarca come, dovrebbe essere in realta’ gia’ ovvio e scontato, la sintesi investigativa non possa essere fatta dai nostri bloodhound o da altre razze appartenenti al Soccorso alpino diversamente impegnate in attività di ricerca, bensi’ spetti di necessita’ ad altri soggetti e autorita’. Pensiamo, quindi, che il ‘flop’, come gia’ la pubblica opinione avra’ compreso, debba essere diversamente indirizzato”.