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Attentato al consolato italiano al Cairo: uccisi 2 jihadisti vicini ad Isis

di Maria Elena Perrero |14 Marzo 2017 18:26

Attentato al consolato italiano al Cairo: uccisi 2 jihadisti vicini ad Isis

IL CAIRO – Spunta la pista del gruppo jihadista Ajnad Misr nell’inchiesta sullattentato al consolato italiano al Cairo avvenuto l’11 luglio e costato la vita a un cittadino egiziano. Le autorità egiziane hanno fatto sapere che “due pericolosi jihadisti sono stati uccisi lunedì notte in una sparatoria con le forze dell’ordine”, nell’appartamento dove si nascondevano a Giza, ” e potrebbero essere coinvolti nell’attentato alla sede diplomatica italiana”.

Il condizionale è d’obbligo, anche se gli inquirenti sono convinti che nei mesi scorsi i due jihadisti abbiano “partecipato a varie operazioni terroristiche al Cairo e a Giza e stavano preparando attacchi”. Nel nascondiglio dove sono stati uccisi le forze dell’ordine hanno “trovato armi e munizioni”.

Secondo l’inchiesta i due si erano specializzati nella fabbricazione di esplosivi e erano stati addestrati dal leader della formazione jihadista Hammam Mohamed Attia, ucciso dalla polizia lo scorso 5 aprile. Inoltre i due avevano pubblicato due giorni fa un comunicato nel quale annunciavano di volere compiere nuovi attentati contro la polizia e l’esercito.

L’esplosione dell’11 luglio al consolato italiano, che ha sventrato la facciata esterna dell’edificio, fu causata da un’autobomba parcheggiata vicino al palazzo e fatta esplodere con tutta probabilità da un telecomando. Ore dopo l’attacco lo Stato Islamico in Sinai rivendicò l’azione, ma nei giorni successivi le ipotesi si moltiplicarono: chi lo leggeva come un avvertimento all’Italia, solido alleato del Cairo e – nel contempo – un attacco al presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi impegnato a reprimere forti spinte islamiste in patria.

L’ipotesi che i due jihadisti uccisi abbiano avuto legami con l’attentato al Consolato resta ancora da vagliare, ma il fatto che militassero in Ajnad Misr, vicina ad Ansar Beit al Maqdis (che ha stretto legami con l’Isis) potrebbe avvalorare ancora di più tale pista.

La formazione Ajnad ha rivendicato in passato numerosi attentati, tra cui la bomba piazzata davanti al commissariato di Talebeia, a Giza in gennaio, dove è rimasto ucciso il comandante Diaa Fatouh. Mesi prima, nell’aprile 2014, il gruppo aveva fatto esplodere un ordigno nel perimetro dell’università del Cairo uccidendo il brigadiere Tarek el Mergawi. In settembre, in un’altra deflagrazione, questa volta nei pressi del ministero degli Esteri del Cairo, erano rimasti uccisi due ufficiali di polizia.

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