X

Cieca riacquista la vista: “Miracolo! E’ stato San Charbel”

di Maria Elena Perrero |8 Febbraio 2017 1:15

PHOENIX – Una donna cieca sostiene di aver miracolosamente riacquistato la vista dopo aver pregato San Charbel, monaco libanese. A Dafne Gutierrez di Phoenix, in Arizona, dal 2012 cieca all’occhio destro e al sinistro dal 2015, i medici avevano dato un verdetto senza speranza: non avrebbe mai riacquistato la vista a causa dell’ipertensione endocranica benigna, una condizione patologica neurologica che provoca pressione all’interno del cranio e danni al nervo ottico.

Nonostante la diagnosi, la Gutierrez, madre di tre figli, credeva di poter tornare a vedere, soprattutto il viso dei suoi bambini era la motivazione principale, spiega il Daily Mail. “Pregavo Dio, che mi permettesse di essere ancora la loro mamma. Sentivo come mi guardavano, si prendevano cura di me ogni giorno”, ha detto la Gutierrez a WNCT.

Andava a pregare nella chiesa maronita cattolica di San Giuseppe, a Phoenix, dopo aver appreso che lì si trovavano le reliquie di San Charbel, un monaco libanese. Dopo aver pregato davanti alle reliquie, Dafne sostiene che il suo corpo immediatamente ha avuto un cambiamento; è tornata il giorno successivo e ha avuto la stessa sensazione.

La mattina seguente si è svegliata in preda a un forte dolore ma iniziava a vedere delle ombre. “Strofinavo gli occhi e dicevo bruciano, bruciano!”, ma tre giorni dopo, il 21 gennaio 2016, i medici hanno confermato che aveva riacquistato la vista e non sapevano spiegare l’accaduto.

Anne Borik, un’internista che ha esaminato il caso della Gutierrez, ha detto che quando l’ipertensione endocranica benigna provoca la cecità, è improbabile che torni la vista.

“La pressione nel cervello è così alta che può portare all’atrofia ottica, in cui si verifica il degrado e la perdita della funzione (degenerazione) del nervo ottico. Le cecità può così verificarsi ed è irreversibile. Altri due specialisti hanno visitato la Gutierrez per spiegare la guarigione da un punto di vista medico ma, in realtà, non c’è una spiegazione”.

La Borik afferma che la paziente ha di nuovo una vista perfetta e non presenta danni al nervo ottico. “Nella letteratura medico-scientifica non risulta sia mai accaduto un episodio di questo tipo”.

La Gutierrez attribuisce la guarigione alla fede in Dio e per un motivo specifico: “Aiutare gli altri; ovunque porto la mia testimonianza, è importante che le persone sappiano che Dio c’è e ci ascolta”.

Dal momento del presunto miracolo, nella chiesa di San Giuseppe si raccolgono in preghiera visitatori da tutto il mondo ed è in via di realizzazione un santuario dedicato a San Charbel, con una statua di tre tonnellate che il mese prossimo arriverà dal Libano.

Charbel Makhluf, il santo “medico” a cui sono attribuite centinaia di guarigioni miracolose, dopo aver vissuto in un eremo, in totale solitudine, è morto nel 1878, a 70 anni, nel nativo Libano.

In giovane età, aveva lasciato la famiglia per entrare nel monastero di Nostra Signora di Mayfouq come novizio e, successivamente, emise i voti perpetui nel monastero di San Marone ad Annaya; 23 anni prima della sua morte gli fu concesso di vivere in un eremo.

Si racconta che dopo la sua morte la tomba del santo fosse circondata da un alone brillante e, una volta aperta, il corpo trovato intatto. La tomba è stata riaperta due volte: nel 1950 e 1952 e i presenti hanno affermato che San Charbel, sembrava ancora vivo.

Al santo sono stati attribuiti numerosi miracoli, tra cui quello a Nohad El Shami, che sostiene di essere guarita da una parziale paralisi dopo che San Charbel e un altro monaco, le apparvero in sogno.

Scelti per te