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Datagate, Guardian: “Esiste una rete europea di spionaggio”

di Daniela Lauria |2 Novembre 2013 21:07

Edward Snowden, la talpa del Datagate

ROMA – Datagate, non solo dagli Usa: esiste un sistema di sorveglianza telefonica messo in piedi dai servizi segreti di Germania, Francia, Spagna e Svezia. Lo rivela il Guardian che parla di una rete di controlli di massa delle comunicazioni telefoniche e internet in stretta collaborazione con il Gchq britannico.

Secondo il quotidiano inglese che si basa su nuovi documenti forniti dalla ‘talpa’ del Datagate Edward Snwoden, lo sviluppo di questa rete europea di spionaggio risalirebbe a 5 anni fa. Un lato oscuro che, con le nuove rivelazioni, vede anche l’Europa protagonista in un ‘Grande fratello’ dove vittime e carnefici sembrano ora confondersi in un quadro sempre più caotico e inquietante.

Dai file emerge anche che il Gchq, l’equivalente britannico della Nsa americana, svolgeva un ruolo di consulente nell’aiutare i partner europei ad aggirare le leggi nazionali che limitano i poteri dell’agenzie di intelligence.

E l’Italia? Gli ultimi leaks svelano anche “la frustrazione” degli 007 britannici nei confronti dei loro colleghi italiani, definiti “litigiosi” e “incapaci o non disposti a collaborare tra loro” a dispetto dell’intelligence degli altri Paesi coinvolti nella rete. Il Gchq, secondo i dati riportati dal Guardian, avevano in realtà chiesto all’Aisi di collaborare, trovando tuttavia responso negativo. “Gli italiani sembravano entusiasti ma ostacoli legali potrebbero aver impedito loro di impegnarsi”, è scritto nei documenti ai quali, in serata, hanno replicato fonti dell’intelligence italiana.

I documenti di Snowden chiariscono che i servizi italiani “sono più garantisti” di quelli di altri Paesi e che “non sono disponibili ad andare al di là di quanto previsto dall’ordinamento”, hanno affermato le fonti, spiegando come la litigiosità evocata dagli 007 di Londra sia “una valutazione datata” in quanto relativa al periodo precedente o immediatamente successivo alla profonda riforma delle due agenzie Aise e Aisi. Una riforma che ha necessitato di un “complesso periodo di adattamento”.

Le rivelazioni del Guardian, più in generale, gettano però una luce diversa sull’intero scandalo Datagate facendo in qualche modo da sponda alle parole del direttore della National Intelligence americana, James Clapper, che al Congresso aveva tacciato di ipocrisia le accuse dell’Europa agli Usa

La notizia salta fuori proprio mentre Germania e Brasile chiedono all’Assemblea generale dell’Onu di adottare una bozza di risoluzione per il diritto alla privacy nell’era digitale. E’ quanto riportato dalla Bbc online. La bozza di risoluzione chiede la fine dell’eccessiva sorveglianza elettronica sostenendo che la raccolta illegale di dati personali “costituisce un atto altamente invadente”.

Acquistano ora significato le parole del direttore della intelligence americana, James Clapper, che martedì, parlando al Congresso Usa ha definito “ipocrita” l’indignazione professata dai governi europei. Nonché quelle del capo della Nsa Keith Alexander, che aveva sottolineato come fossero gli stessi partner del Vecchio Continente a fornire agli Usa informazioni sui cittadini europei.

Di certo, dopo il Datagate, nulla sarà come prima. Secondo la stampa tedesca, Berlino e Washington starebbero per concludere un accordo di “non spionaggio reciproco” che partirebbe dal 2014.

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