Ebola, Usa: “Peggiore epidemia da tempi Aids”. In Spagna medici contro tute

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Ottobre 2014 - 18:30 OLTRE 6 MESI FA
Ebola, Usa: "Peggiore epidemia da tempi Aids". In Spagna medici contro tute

Ebola, Usa: “Peggiore epidemia da tempi Aids”. In Spagna medici contro tute

NEW YORK – La “peggiore epidemia” di sempre, fin “dai tempi dell’Aids” a inizio degli anni Ottanta. A pronunciare l’apocalittico presagio è Thomas Frieden, capo dei Cdc, i centri per la prevenzione e il controllo americani che presidiano i possibili focolai di epidemie. Sale la preoccupazione dopo la morte di Thomas Eric Duncan, il paziente zero che ha portato il virus Ebola con sé a Dallas e il peggioramento dell’infermiera spagnola.

Frieden ha parlato a proposito di Ebola nel corso di una tavola rotonda a Washington organizzata dalla Banca Mondiale:

“Sarà una guerra lunga – ha detto – Nei trent’anni che lavoro nel settore della sanità pubblica, l’unica cosa paragonabile è stato l’Aids”.

I centri per la prevenzione sono già a lavoro nei principali aeroporti del Paese. Il governo Usa ha dato ordine di intensificare i controlli e ogni giorno circa 150 passeggeri provenienti da Paesi a rischio vengono fermati e visitati con termometri a sensore, in modo da evitare qualsiasi contatto e dunque eventuali contagi.

 “Ci aspettiamo di trovare dei passeggeri con febbre – ha detto Tom Frieden- e questo provocherà ovviamente delle preoccupazioni negli aeroporti”.

L’ultimo falso allarme a New York: un uomo è stato ricoverato con febbre, vomito e diarrea, gli stessi sintomi di Ebola. Ma dopo attenti esami è stato infine dimesso.

Non sono rassicuranti neppure le notizie provenienti dall’altra parte dell’oceano, in Spagna, dove si cercano di contenere i danni del primo caso di virus Ebola in Europa. Le condizioni di salute di Maria Teresa Romero, l’infermiera contagiata, sono peggiorate e i medici dell’ospedale Carlo III-La Paz di Madrid, dove la donna è ricoverata, lamentano la scarsa preparazione specifica ricevuta riguardo all’emergenza Ebola.

Santiago Yus, specialista in terapie intensive con oltre 30 anni di esperienza alle spalle al Carlo III, racconta delle scarse misure di sicurezza adottate: qualche incontro di dieci minuti su come trattare un malato di Ebola, alcune foto alla parete nei reparti che spiegano come mettere e togliersi la tuta protettiva e un corso due mesi fa.

“Sono venuti un medico e un’infermiera. Si sono infilati la tuta e se la sono tolta. Molto amichevoli e disponibili. Ma la formazione è stata ed è assolutamente insufficiente”.

Mentre il dottor Juan Manuel Parra Ramirez, che è rimasto in contatto con l’infermiera per 16 ore, parla attrezzature inadeguate: “Le maniche della tuta isolante sono troppo corte”.

E non è finita qui. Il quotidiano El Pais riporta la denuncia del conducente e il barelliere dell’ambulanza che ha trasportato l’infermiera:

“All’una del mattino di lunedì la donna era stata trasferita dalla sua abitazione al pronto soccorso di Alcorcon, a Madrid, su un’ambulanza ‘convenzionale’ e non dotata di dispositivi di prevenzione del virus, utilizzata nelle 12 ore successive per il trasporto di altri pazienti senza essere disinfettata”.

Secondo la sua denuncia, Parra Ramirez ha scoperto solo leggendo i giornali di essere stato a contatto con la paziente zero. E, davanti al peggioramento delle condizioni della Romero, pur avendo richiesto il trasferimento a mezzogiorno di lunedì, questo non è avvenuto prima della mezzanotte. Per cui il medico ha dovuto indossare “in almeno 12 occasioni la tuta di sicurezza”, le cui maniche “mi sono andate corte dal primo momento”. Ora anche il dottor Ramirez è ricoverato in isolamento all’ospedale Carlo III, senza sintomi del virus ebola, dopo aver lui stesso richiesto di essere sottoposto a una maggiore vigilanza. Ma per due giorni ha continuato a fare il suo lavoro, visitando i pazienti nel pronto soccorso di Alcorcon.

In città l’inquietudine serpeggia: visite cancellate, giardini pubblici deserti, bambini tenuti a casa dai genitori. La sala del pronto soccorso dell’ospedale, dove lunedì all’una del mattino è stata soccorsa l’infermiera, è stata disinfettata e “non rappresenta alcun problema”, ha assicurato oggi il portavoce del governo regionale e assessore alla presidenza, Salvador Victoria. Ma la psicosi del contagio resta alta fra i residenti, tanto che molti, sia pazienti che medici, si tengono a debita distanza dall’ospedale. Victoria ha poi confermato che la disinfestazione è stata completata anche nell’abitazione della Romero e dell’intero edificio.