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Allarme nucleare in Giappone: “Apocalisse è la parola giusta. Tutto è fuori controllo”

di Maria Elena Perrero |15 Marzo 2011 20:50

Fukushima vista dal satellite

ROMA – “Un’apocalisse”: la parola che tanti giapponesi hanno immaginato in questi giorni, dopo il terremoto, lo tsunami, le esplosioni alla centrale nucleare di Fukushima, ha ora l’autorevolezza della politica mondiale, dopo essere stata pronunciata dal commissario europeo all’energia, Gunther Oettinger.

In Giappone “si parla di apocalisse e credo che la parola sia particolarmente ben scelta”, ha detto oggi, 15 marzo, riferendo sugli incidenti nucleari in nipponici davanti alla commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo a Bruxelles. “Praticamente tutto è fuori controllo, ha aggiunto, non escludo il peggio nelle ore e nei giorni che vengono”.

E il peggio in parte si sta già realizzando: lo si deduce dalle parole del neo-nominato ministro degli Esteri Takeaki Matsumoto. “Le radiazioni dovute all’incidente nel reattore numero 4 della centrale di Fukushima potrebbero essere dannose per la salute della popolazione”.

Sembra essere ormai impossibile al governo nipponico quel mascheramento delle prime ore, in cui non si voleva chiamare le cose con il proprio nome. Quel minimizzare stigmatizzato in un cablo di WikiLeaks pubblicato proprio oggi, ma risalente all’ottobre 2008, fatalmente profetico: “Il governo giapponese, favorito dall’atteggiamento ‘muro di gomma’ tipico della burocrazia nipponica nonché dal potere detenuto dalle compagnie elettriche, continuerebbe a sostenere, da un lato, una politica nucleare antiquata, mentre, dall’altro, limiterebbe l’accesso alle informazioni da parte del pubblico e dei deputati. Atteggiamento che si spingerebbe sino a insabbiare alcuni incidenti nucleari.

Oggi però l’incidente nucleare non si può più nascondere. Il governo di Naoto Kan ha esteso la zona da evacuare attorno alla centrale di Fukushima 1, portandola a 30 chilometri. Settecentocinquanta lavoratori della centrale sono stati allontanati.

Lo stesso commissario Ue Oettinger ha fatto sapere che la valutazione della gravità degli incidenti nucleari in Giappone “è passata da un livello 4 ad un livello 6 sulla base di quanto successo nelle ultime 24 ore. E non ha escluso “altri cambiamenti in positivo o in negativo”.

La gente scappa da Tokyo, dove la radioattività è dieci volte il livello normale. Scappano i residenti verso il sud, ancora più lontano dalla centrale di Fukushima, che si trova 230 km a nord della capitale. Chi non può scappare, prende d’assalto i supermercati per fare scorte. Anche se i negozi, come le strade, sono ormai semivuoti: la gente ha fatto incetta di generi di prima necessità, in attesa dell’allarme.

E l’allarme è arrivato ed è stato confermato da colui che forse è il più esperto in materia, il direttore generale dell’Agenzia per l’energia atomica delle Nazioni Unite, Yukiya Amano. Il numero uno dell’Aiea, che l’ironia della sorte vuole sia giapponese, ha detto che “C’è la possibilità di danni ai noccioli” del reattore, un’eventualità gravissima. Ma già adesso, ha chiarito Amano, la situazione è “preoccupante”.

La Francia, che ieri, per bocca del ministro dell’ambiente Nathalie Kosciusko-Morizet aveva parlato di “rischio di una grande catastrofe”, ha chiesto alla compagnia di bandiera Air France di allestire alcuni aerei supplementari per permettere ai cittadini francesi di lasciare il Giappone.

Ieri erano stati i marines della portaerei militare americana Ronald Reagan ha lasciare in fretta il paese del sol levante dopo essere stati colpiti dalle radiazioni.

La Germania  ha annunciato la chiusura temporanea di sette reattori, mentre Mosca ordinava controlli negli impianti atomici del paese. Tutta l’Unione europea ha stabilito stress test per verificare la sicurezza degli impianti sul suolo Ue. Ma come insegna Cernobyl, il pericolo radioattivo fa tanta paura anche perché si diffonde senza vedersi, e senza poter essere fermato.

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