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Gilberto Valle, il poliziotto-cannibale di Manhattan. Ora fa il cuoco in carcere

di Daniela Lauria |8 Maggio 2014 18:38

Gilberto Valle, il poliziotto-cannibale di Manhattan. Ora fa il cuoco in carcere

NEW YORK – Gilberto Valle, il poliziotto-cannibale (in potenza) condannato per aver progettato di festeggiare il giorno del Ringraziamento con la tenera carne di 100 giovani donne, ora fa il cuoco in prigione. Cucina per i suoi colleghi detenuti del Metropolitan Correctional Center di Manhattan, a 44 centesimi l’ora, in attesa che un giudice gli conceda un nuovo processo.

Valle, che si è sempre professato innocente, ha diviso più di una coscienza: è stato, infatti,  condannato prima di aver commesso il crimine. Ha progettato, scritto sul Web di voler uccidere, di voler torturare e di voler mangiare centinaia di donne. Crimini però mai realmente accaduti. Omicidi mai commessi. E carne mai mangiata. “Erano solo fantasie”, si è difeso. Ma non gli ha creduto neppure sua moglie, Kathleen Mangan. E’ stata proprio lei a smascherarlo: quando ha aperto il suo computer, a settembre del 2012, e ha scoperto le sue macabre intenzioni, è corsa all’Fbi e lo ha denunciato. 

Secondo l’accusa e i giudici che lo hanno condannato, il piano di Valle era già in atto. Tramite il database della polizia, l’uomo aveva già recuperato informazioni su un centinaio di donne, inviando loro e-mail e messaggi. Poi si era documentato su internet, su quale fosse la migliore corda per legarle, sulla carne umana e sulla schiavitù bianca. La moglie ha raccontato di aver trovato una email in cui il marito raccontava come le avrebbe tagliato la gola e che sognava di stuprarla insieme alla migliore amica.

Ma ogni Hannibal Lecter è bello a mamma sua. Intervistata dal Daily News, mamma Valle lo ha difeso: “Non è il mostro che dicono che sia. E’ innocente”. E ha aggiunto: “E’ così bravo a fare la pizza che anche le guardie carcerarie vogliono mangiarla”.

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