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Isis, nuova rivista: si chiama “Roma” e dà consigli su come uccidere i non musulmani

di Maria Elena Perrero |6 Settembre 2016 16:27

Isis, nuova rivista: si chiama “Roma” e dà consigli su come uccidere i non musulmani

RAQQA – Il cosiddetto Stato Islamico ha lanciato una nuova rivista. E si chiama Roma (Rumiyah in arabo). L’obiettivo del magazine, che verrà pubblicato anche in inglese, indonesiano, tedesco, francese e turco, è di reclutare nuovi terroristi in Occidente che agiscano come lupi solitari contro tutti i non musulmani, in Europa e non solo.

All’interno del magazine, spiega Guido Olimpio sul Corriere.it, c’è l’omaggio Abu Mansur al Muhajir, militante d’origine libanese ma che ha vissuto a lungo in Australia per poi trasferirsi in Medio Oriente, dove è rimasto ucciso in una “operazione militare contro il nemico”. Un omaggio che si chiude con l’esortazione ai simpatizzanti australiani ad attaccare “nelle strade di Brunswick, Broadmedow, Bankstown e Bondi. Pugnalateli, sparategli, avvelenateli e travolgeteli con il vostro veicolo”, è l’ordine del cosiddetto Isis. 

In un altro articolo i jihadisti riportano i pareri di esperti e religiosi per giustificare l’uccisione dei non musulmani. E per far capire meglio il messaggio, l’articolo è accompagnato dalla foto di un anonimo fioraio britannico, possibile target come tutti gli occidentali non musulmani, siano essi impiegati o manager, sacerdoti o contadini. L’unico sangue che non deve essere sparso è quello di donne e bambine, che però possono essere catturati e fatti schiavi.

Sottolinea Olimpio:

Titolo (dedicato a Roma) e argomenti apparsi sulla pubblicazione spingono qualcuno a chiedersi se la nuova iniziativa sia nata per rilanciare la campagna del terrore in Occidente o comunque nei Paesi non islamici. È evidente la celebrazione ma anche la mobilitazione di quei seguaci pronti a raccogliere il messaggio. Non lupi solitari, ma membri del branco. Resta comunque sempre la cautela nel valutare le sortite di questo tipo e l’impatto deve essere misurato in base alle conseguenze reali che provoca.

La nuova pubblicazione si va ad affiancare alla rivista di propaganda utilizzata fino a questo momento, “Dabiq”, nata nel luglio del 2014.

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