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Libia a Italia: “Navi da guerra in nostre acque, reagiremo”

di Daniela Lauria |1 Novembre 2015 14:36

(Foto d’archivio)

ROMA – Ira del governo libico contro l’Italia per alcune navi da guerra italiane che sarebbero entrate nelle acque territoriali della Libia, “senza autorizzazione”. In un comunicato apparso su Facebook e Twitter, Tobruk afferma che le tre navi sarebbero state avvistate sabato “nei pressi delle coste di Bengasi, a Daryana, circa 55 km a est della città”. E non manca di “condannare con fermezza” la presunta violazione, aggiungendo che utilizzerà “ogni mezzo per proteggere la nostra sovranità”.

Ma fonti della Difesa smentiscono categoricamente: né le unità militari di “Mare Sicuro”, la missione nazionale italiana per il controllo e l’assistenza ai migranti, né le navi di Eunavformed, la missione europea di sorveglianza al largo delle coste libiche, erano in zona o comunque sono entrare nelle acque territoriali libiche.

Tuttavia la secca smentita non è bastata a placare l’odio l’odio antitaliano che sta montando in Libia. Il cimitero cattolico italiano di Tripoli Hammangi è stato infatti di nuovo devastato. Lo ha fatto sapere all’Ansa, l’Associazione Italiana Rimpatriati dalla Libia (Airl), facendo pervenire anche delle fotografie. Clicca qui per vedere le FOTO

Tobruk invita l’Italia “a rispettare i trattati firmati tra i due Paesi” e bolla “l’ingresso delle navi italiane come un atto contrario a tutti gli accordi internazionali ratificati dall’Onu”.

Il capo di Stato maggiore libico, Saqr Geroushi, citato dai media locali, ha infine specificato che l’aviazione libica ha fatto decollare ieri, in tarda serata i suoi caccia militari per “monitorare l’attività delle navi da guerra italiane”.

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