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Marò Latorre-Girone, un proiettile potrebbe scagionarli

di Maria Elena Perrero |15 Settembre 2015 10:29

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

NEW DELHI – Una differenza di otto millimetri potrebbe scagionare i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dall’accusa di aver ucciso due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala nel febbraio del 2012. E’ la differenza tra i 31 millimetri di lunghezza del proiettile estratto dalla testa di uno dei due pescatori e i 24 millimetri di lunghezza delle ogive in uso ai fucilieri della Marina italiana.

Una differenza rilevante, sottolinea Ebe Pierini sul Messaggero, che non solo scagionerebbe Latorre e Girone, ma che porterebbe alla Marina dello Sri Lanka. Ad usa quel tipo di proiettile, infatti, sono i Paesi dell’ex Unione Sovietica, dell’ex Patto di Varsavia, dell’ex Jugoslavia, ma anche in altri Paesi, come lo Sri Lanka, con cui l’India è in conflitto per la gestione delle zone di pesca dei tonni.

I dati sono emersi

“dall’autopsia che il dottor Sasika compì sui corpi dei due pescatori morti il 15 febbraio del 2012 e ora consegnata dall’India ai giudici del Tribunale di Amburgo. Nella seconda pagina dell’allegato 4 si legge che il proiettile che venne estratto dal cervello di Jalestine presenta un’ogiva di 31 millimetri e una circonferenza di 20 millimetri alla base e 24 nella parte più larga. A sparare quel colpo non possono essere stati quindi i nostri marò. Per un motivo molto semplice: i proiettili che avevano in dotazione i fucilieri di Marina sono dei calibro «5.56×45» Nato e la loro lunghezza è di 23 millimetri. Otto millimetri in meno, appunto, del proiettile ritrovato nella scatola cranica dell’indiano”.

 

 

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