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Obama ha detto no. Bin Laden con la testa spaccata e il cervello che esce: la foto che non vedremo

di Emiliano Condò |23 Ottobre 2014 11:13

WASHINGTON – Il dato è tratto, la foto è occultata e i “negazionisti” segnano apparentemente un nuovo punto a loro favore. Barack Obama ha deciso: la foto di Osama Bin Laden morto non si pubblica. Troppo “gruesome”, ovvero macabra, cruenta e sanguinolenta. Per dare l’annuncio che deluderà tanti il presidente ha scelto la Cbs e un’intervista che sarà diffusa solo domenica. Intanto basta la sostanza: quel Bin Laden morto e con la testa spaccata, a meno di improbabili fughe di notizie, non la vedremo.

Poco prima del “no” ufficiale Sky News aveva diffuso ulteriori dettagli sullo scatto: oltre alla testa parzialmente aperta si vedrebbero anche porzioni di materia grigia uscire dal cranio del terrorista. Non esattamente una visione per bambini. Ma i dettagli avevano scatenato una nuova febbre da attesa anche se dalla Casa Bianca arrivavano notizie di uno scontro tra fazioni e di un crescente orientamento verso la non pubblicazione.

Alla fine, quindi, ha vinto il fronte del no, quello capeggiato dal segretario di Stato Hillary Clinton e dal responsabile della difesa Robert Gates.  Secondo i due stretti collaboratori di Obama, mostrare al mondo la foto avrebbe rischiato di fare solo danni senza portare nessun beneficio. Nel dettaglio, chi non crede all’uccisione di Bin Laden (e sono tanti, in ogni angolo del globo) non sarebbe comunque stato convinto da una o più foto pubblicate tardi e non difficili da manipolare per i tecnici, che immaginiamo tra i più bravi del mondo, al lavoro alla Casa Bianca.

Chi invece, e anche questi purtroppo non sono pochi, considera Bin Laden non assassino ma eroe, nel vedere il cadavere dilaniato avrebbe potuto reagire gridando vendetta. Senza considerare quella parte del mondo arabo che una scelta di campo ancora non l’ha fatta e che avrebbe potuto  finire per scivolare dalla parte del terrorista.

Obama, invece, quella foto la avrebbe voluta mostrare.  La sua argomentazione era semplice: “Il mondo deve vedere, sapere e credere”. Arrendersi all’evidenza di un proiettile in testa. Del resto il presidente era stato netto da subito, trasparente nei limiti del possibile. A missione compiuta ha preso subito il microfono e raccontato al mondo quanto accaduto. Certamente anche per “monetizzare” in termini di voti la missione “Geronimo”. Stando ai primi numeri ha ragione lui: un sondaggio del New York Times dice che negli ultimi due giorni Obama ha guadagnato l’11% dei voti.

Intanto la foto proibita circola tra i Parlamentari Usa. Molti l’hanno vista e si spaccano sull’opportunità di pubblicarla o meno. Secondo il presidente della Commissione Servizi della Camera dei Rappresentanti, il deputato Mike Rogers, repubblicano, non bisogna mostrarla.  ”I rischi della pubblicazione sono maggiori dei benefici” ha affermato, sottolineando che a suo avviso coloro che sostengono la teoria del complotto continueranno a farlo anche in caso di pubblicazione e arriveranno a dire che la foto e’ un falso. Secondo Rogers, la pubblicazione della foto rischia di avere l’effetto di mettere in ulteriore pericolo i soldati americani impegnati in Medio Oriente. ”Immaginate come reagirebbero i nostri soldati se Al Qaida uccidesse uno dei nostri comandanti e mettesse le foto su internet” ha affermato. ”Bin Laden non e’ un trofeo, e’ morto. Concentriamoci su Al Qaida”.

Un altro senatore repubblicano, Saxby Chambliss, ha riferito a sua volta di aver avuto modo di vedere le foto. ”Sono come ve le potete immaginare se pensate a qualcuno che ha ricevuto un proiettile in faccia. Non e’ un bel vedere” ha detto. Chambliss ritiene che ”un giorno o l’altro saranno pubblicate”. ”Si tratta solo di sapere se lo facciamo secondo le nostre regole, o se lasciamo che lo faccia qualcun altro” ha detto. La senatrice repubblicana Kelly Ayotte, che a sua volta ha visto la foto definita ”atroce” dal portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, e’ invece favorevole alla pubblicazione. ”Non sono un esperta in materia, ma vi posso garantire che, essendo quella di Bin Laden una figura conosciuta, dalla foto del corpo si capisce che e’ lui”, ha detto. Secondo Ayotte, sarebbe opportuno pubblicarle per mettere a tacere le teorie del complotto ”Credo che la chiusura del cerchio sia importante. Nessuno vuole vedere foto che disturbano. Ma credo anche che l’aspetto della chiusura del cerchio sia importante”.

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