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Papa Francesco: “C’è corruzione in Vaticano, ma io vivo sereno”

di Daniela Lauria |9 Febbraio 2017 10:38

ROMA – “C’è corruzione in Vaticano. Ma io sono in pace”. Cosi Papa Francesco lo scorso 25 novembre parlò con i superiori degli ordini religiosi al termine dell’88esima Assemblea Generale delle congregazioni maschili. Il colloquio si svolse a porte chiuse e la sala stampa vaticana non ha mai diffuso il testo del botta e risposta. Il quindicinale gesuita Civiltà cattolica, in edicola sabato, pubblica le domande dei religiosi e le risposte del Papa, trascritte dal direttore padre Antonio Spadaro.

“Se c’è un problema, io scrivo un biglietto a S.Giuseppe – ha detto il Santo Padre – e lo metto sotto una statuetta che ho in camera mia”. Sugli abusi ses$uali, ha spiegato: “Se sono coinvolti religiosi, è chiaro che è in azione la presenza del diavolo che rovina l’opera di Gesù, tramite colui che doveva annunciare Gesù. Ma parliamoci chiaro: questa è una malattia. Se non siamo convinti che questa è una malattia, non si potrà risolvere bene il problema”.

Parlando della corruzione, Papa Francesco ha ricordato anche che nelle Congregazioni Generali prima del Conclave che lo ha eletto, “si parlava dei problemi del Vaticano, si parlava di riforme. Tutti le volevano”.

“Il Vangelo va preso sine glossa. Cioè: senza calmanti… Da novizio mi hanno dato il cilicio. Il cilicio va bene, ma attenzione, non deve servire a dimostrare quanto si è forti”.

A proposito del suo pontificato, il Pontefice fa sapere: “Sto vivendo un’esperienza del tutto nuova. Non prendo pastiglie tranquillanti. Gli italiani danno un bel consiglio: per vivere in pace ci vuole un sano menefreghismo”. “La Chiesa – spiega – è nata in uscita. Era chiusa dentro il Cenacolo e poi è uscita. E deve rimanere in uscita. Non deve tornare a chiudersi nel Cenacolo, Gesù ha voluto che fosse così”.

“Non è cattolica – avverte anche Bergoglio -l’idea di una Madonna capo di un ufficio postale che ogni giorno manda una lettera diversa, dicendo: ‘Figli miei, fate questo’ e poi il giorno dopo ‘Fate quest’altro”.

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