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“Sacrificare bambini porta bene”: in Uganda il business dei rapimenti

di fmontorsi |25 Ottobre 2011 16:53

KAMPALA – In alcune zone del mondo il sacrificio di bambini diventa business. Nei villaggi che circondano la capitale dell’Uganda, Kampala, i genitori non posso perdere di vista un solo istante i loro bambini. In questa terra dove convivono riti ancestrali sanguinari e progresso economico molti cercano la fortuna per mezzo del più orrendo dei crimini, il sacrificio di un essere indifeso. Da qualche anno un’ondata di omicidi di bambini sta terrorizzando queste zone. Nei cortili delle scuole e sui muri al lato delle strade si leggono cartelloni che mettono in guarda dai rapimenti dei bambini.

Il rituale obbedisce ad un’antichissima credenza, secondo la quale il sacrificio di un essere vivente è in grado di portare salute e prosperità a chi lo richiede. Se l’essere sacrificato è un bambino, il rituale ottiene la sua massima potenza. Diverse testimonianze concordano nel ritenere che questa barbara usanza era praticamente dimenticata in Uganda, ma da tre anni numerosi casi di rapimenti di bambini hanno rivelato un improvviso ed insospettato vigore. Ogni mese vengono scoperti i corpi mutilati di bambini abbandonati lungo le strade.

Molti credono che il ritorno in forza del rituale dipenda dalla fase di progresso economico che il paese attraversa. Le nuove elite starebbero pagando stregoni locali perché facciano sacrifici nella speranza di aumentare la loro fortuna. Il pastore Peter Sewakiryanga, animatore al Kyampisi Childcare, spiega che i «sacrifici dei bambini sono aumentati perché la gente si è messa ad amare il denaro. Vogliono diventare più ricchi. Credono che se si sacrifica un bambino, si ottengono fortuna e ricchezze. Ci sono persone che sono disposte a comprare bambini. E così che questi sono diventati una merce di scambio e il sacrificio di bambini è diventato un business commerciale».

Il dramma dei sacrifici umani è aggravato in Uganda dall’inefficacia e dalla corruzione della polizia. Le statistiche ufficiali del fenomeno fornite dal governo sono contraddette dalle organizzazioni non governative, come l’istituzione benefica Jubilee. Secondo l’organizzazione solo i casi non ancora investigati ammonterebbero a novecento, mentre la polizia ammette un centinaio di sacrifici negli ultimi tre anni. Le cifre ufficiali sono messe in discussione anche dl pastore Sewakiryanga. Nella sua sola parrocchia i sacrifici avvenuti sono più di quelli che sarebbero stati commessi a livello nazionale.

Un’equipe della BBC è riuscita recentemente ad entrare in contatto con uno stregone, Awali. Facendosi passare per degli uomini d’affari locali, i giornalisti hanno chiesto ad Awali di aiutarli ad assicurarsi la buona sorte per la loro impresa di costruzione. Lo stregone, dopo essersi vantato di avere già compiuto numerosi sacrifici, ha proposto, filmato da delle telecamere nascoste, di sacrificare un bambino, mutilarlo e seppellirne il corpo nel sito di costruzione. I giornalisti della BBC hanno fornito il loro materiale alla polizia, ma Awali è a tutt’oggi un uomo libero.

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