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Terrorismo. Abdulmutallab parla, per Usa “informazioni utili”

di admin |5 Gennaio 2010 22:34

Umar Farouk Abdulmutallab

Il giovane nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab, protagonista del fallito attentato al volo 253 della Delta-Northwest Amsterdam-Detroit di Natale, ha parlato. L’intelligence americana ha definito quelle del kamikaze informazioni «utili». Lo ha detto oggi a Washington il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, senza peraltro entrare nei dettagli.

Secondo i commentatori Usa il caso Abdulmutallab ha messo in evidenza da un lato quelle che lo stesso presidente americano Barack Obama ha definito «falle sistemiche» dell’attuale sistema di sicurezza; dall’altro quelle che agli occhi dell’intelligence americana paiono essere novità per quanto riguarda i movimenti di Al Qaida in particolare in Yemen.

Abdulmutallab, che ha 15 fratelli, è figlio ribelle di uno dei più ricchi uomini della Nigeria, Alhaji Umaru Mutallab, ex presidente della First Bank of Nigeria. La madre, Asha, una delle tre mogli di Alhaji Mutallab, è originaria dello Yemen e proprio in Yemen, alla Università di Sanaa, il ragazzo ha studiato tra il 2004 e il 2005. Ingegneria e lingua araba.

L’intelligence americana ha accertato – lo ha riferito il presidente Obama in persona – che Abdulmutallab proprio in Yemen era stato avvicinato da un affiliato di Al Qaida. Attraverso costui era stato poi messo in contatto con gruppi di Al Qaida in Arabia Saudita, che lo avevano addestrato. Ma era stata ancora una volta la cellulala yemenita del gruppo terroristico a fornirgli il materiale esplosivo per il fallito attentato del volo di Natale.

Le autorità olandesi hanno reso noto oggi che quando Abdulmutallab alla vigilia di Natale è giunto all’aeroporto di Amsterdam-Schipol era già in possesso dell’ esplosivo invisibile ai controlli grazie al quale è stato soprannominato ‘lapbomber’. Se è vero – come riferito da Obama -che il ragazzo è stato equipaggiato in Yemen, è verosimile pensare che il suo arresto abbia consentito all’intelligence Usa di identificare e localizzare figure importanti della cellule di Al Qaida attive in Yemen, forse le stesse nei confronti delle quali le autorità yemenite sono intervenute oggi. Ed è altresì verosimile che proprio per le informazioni «utili» ricevute da Abdulmutallab gli Stati Uniti abbiano proceduto nei giorni scorsi alla chiusura della loro ambasciata a Sanaa, misura poi adottata anche da Gran Bretagna e Francia.

Oggi, con l’arresto da parte delle autorità yemenite di alcuni mebri di Al Qaida e la contemporanea riapertura dell’ambasciata, la Casa Bianca ha tenuto a sottolineare di «sostenere con forza» il governo yemenita nella sua lotta contro il terrorismo. Nello stesso tempo ha annunciato che non trasferirà più in Yemen, come previsto in un primo tempo, parte dei detenuti yemeniti attualmente rinchiusi a Guantanamo. E – appunto – ha definito «utili» le informazioni avute dall’attentatore.

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