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Alitalia, accordo raggiunto con Poste: investiranno 65 milioni

di Maria Elena Perrero |29 Luglio 2014 16:04

Alitalia, accordo raggiunto con Poste: investiranno 65 milioni

ROMA – Alitalia, accordo raggiunto tra Poste Italiane e banche per la ricapitalizzazione da 250 milioni della compagnia aerea di bandiera, che vedrà l’ingresso di Etihad. Le Poste parteciperanno con 65 milioni ad una “midcompany”, una compagnia di mezzo che funga da veicolo intermedio tra l’attuale Cai e la newco.

Le Poste non vogliono investire nella “vecchia” compagnia, che si porterà dietro perdite e contenziosi, ma soltanto nella newco che accoglierà il socio degli Emirati Arabi Uniti. Atlantia e le banche esposte (Intesa SanPaolo e Unicredit) avevano chiesto alla società di Francesco Caio di mettere sul piatto 70 milioni in cambio della concessione di investire nella società alleggerita dei debiti pregressi.

Nel frattempo continuano le trattative di Alitalia per concludere entro la settimana l’accordo con Etihad. Con il Governo pronto a scendere in campo, ma solo nel caso in cui fallisca la mediazione dell’azienda. E in questo senso sembra andare una norma che spunta nel decreto legge Sblocca Italia, che prevede l’estensione dal 2015 al 2017 dei ‘bonus fiscali’ sulle indennità di volo per piloti e assistenti, che non andranno accumulati allo stipendio base per il calcolo delle tasse.

Etihad intanto resta vigile alla finestra: il ministro dei trasporti, Maurizio Lupi, è ottimista su una conclusione in settimana, ma senza un’accelerazione dell’ultim’ora non è escluso che slitti alla prossima. Mentre spuntano voci non confermate di un nuovo sbarco a Roma del ceo James Hogan. Rischiano di rendere più complessa la mediazione le nuove scintille tra i sindacati, con il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, che attacca la Uil che, dopo il mancato quorum al referendum, non riconosce l’intesa (non firmata solo dalla Uilt) sui tagli al costo del lavoro e ora attende la mediazione dell’azienda: la sigla dei trasporti della Uil si dice pronta a confrontarsi ma chiede di spalmare i 31 milioni di risparmi su più mesi (dai 6 attuali) e insiste sulla rappresentatività. Ma l’ipotesi di una riapertura del confronto su questo tema, non piace alla Camusso, che si rivolge direttamente al ministro Lupi e avverte: pare che il ministro “solleciti l’apertura di nuovi confronti, a lui vorrei dire che se si riapre un confronto si riapre su tutto”. Il riferimento è ovviamente all’accordo separato sugli esuberi, su cui manca la firma della Cgil.

 

 

 

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