X

Conte Recovery Italia: 310 nominati per decidere su 209 mld. Un po’ per uno…

di Alessandro Camilli |30 Novembre 2020 11:15

Conte Recovery Italia: 310 nominati per decidere su 209 mld. Un po' per uno... (nella foto Ansa, Conte al vertice Ue per il Recovery Fund)

Conte Recovery Italia: 310 nominati per decidere su 209 mld. Un po’ per uno…

Conte Recovery Italia, in intervista al Corriere della Sera il presidente del Consiglio fornisce una cifra e con essa una chiara indicazione di metodo e di merito su come l’Italia intende accogliere e utilizzare i fondi della Ue. La cifra è quella dei nominati, dei responsabili, degli esperti, dei tecnici, dei governanti, insomma il totale dei decisori sul dove, a chi, come e perché dei miliardi. Eccola la cifra: 310.

Una agile assemblea costituente

Una agile assemblea costituente, 310 è numero snello per una assemblea legislativa che rappresenti in maniera stringata ma esaustiva tutte le voci e tutte le istanze. Ma quella sul Recovery Italia, quella pensata dal governo e in fondo un po’ da grande e magna parte del paese, costituente non è e non deve essere. Però assemblea sì, assemblea redistributiva. E quindi, per una assemblea che tracci piano e tenga rotta della redistribuzione dei miliardi, 310 è un numero snello. Ogni interesse, gruppo di interesse, territorio, istituzione, comparto produttivo e segmento sociale deve essere rappresentato. Quindi 310 sono anche pochi.

Conte ha detto: task force

Proprio task il mucchio dei 310 non è. Sarà force? Conte ha detto task force: struttura piramidale con base molto larga e vertice rotante o quasi. Ministri, ministeri, manager capo fila, sub manager di area di intervento (sei aree, ciascuna dotata di struttura autonoma). Trecento dieci persone (finora) con l’incarico, anzi la missione di portare in Italia 209 miliardi di euro in tre, quattro anni. Miliardi, in parte prestiti e in parte sostegni da non restituire, che vengono dalla Ue. Portarli a casa, cioè presentare progetti credibili, utili e realizzabili entro e non oltre il 2026.

Poi far diventare i miliardi…Cosa far diventare i miliardi che arrivano in Italia? Pubblica Amministrazione con cambio totale dei connotati. Grande infrastruttura nazionale telematica. Giustizia rivoltata come un calzino. E altrettanto per la scuola. Grande infrastruttura materiale sull’alta velocità ferroviaria…Questo quel che si dice e si giura.

Paese reale si aspetta

Ma il paese reale si aspetta meno tasse. O meglio e di più: ogni settore e territorio e attività dice meno tasse per me. Poi il paese reale si aspetta sostegni e sussidi. Sussidi per posti di lavoro spariti, possibilmente a vita o finché pre pensione non sopravvenga. Sussidi e sostegni per le aziende sotto forma di esenzione fiscale di fatto o sotto forma di ripetute ricoperture di debiti da parte dello Stato.

Il paese reale si aspetta redditi di cittadinanza, sostegno, redditi da crisi e da risarcimento. Il paese reale si aspetta che di quei 209 miliardi si faccia un po’ per uno nelle tasche di ciascuno. Il paese reale non si aspetta che quei 209 miliardi vengano “sprecati” in quattro/cinque cose complicate a farsi e che danno pure fastidio a chi dovrebbe cambiare connotati di ruolo e attività. Il paese reale vuole soldi qui e subito e non vuole riforme che portano ricchezza domani. Il paese reale vuole spartire, non investire quei 209 miliardi.

La Super Commissione dei 310

E quindi quella che si può chiamare la Super Commissione dei 310 sembra pensata per stare al paese con il paese reale. Ad immagine e somiglianza del paese reale Conte, Zingaretti e Di Maio e associati vari l’hanno concepita come l’assemblea dell’un po’ per uno. Fossero stati al loro posto Meloni, Salvini e Berlusconi stessa musica di fondo, stessa sostanza. Quella dell’un po’ per uno. Peccato stavolta un po’ per uno faccia bene alla lunga a nessuno e faccia invece l’ultimo e più grave danno. Serviva una Commissione, una Task Force, un leader, un governo, un’opposizione, un ceto dirigente che fosse contro il paese reale e non il suo specchio.

Scelti per te