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Coronavirus, Bce lancia nuovo quantitative easing da 750 miliardi contro la pandemia

di redazione Blitz |19 Marzo 2020 8:13

Coronavirus, Bce lancia quantitative easing da 750 miliardi contro la pandemia

ROMA – Un nuovo quantitative easing da 750 miliardi per acquistare titoli di Stato. E’ il massiccio piano avviato dalla Bce per far fronte all’emergenza economica innescata dal coronavirus. 

“Non ci sono limiti all’impegno della Bce verso l’euro”, scrive su Twitter la presidente dell’Eurotower, Christine Lagarde, dopo una lunga conference call notturna coi governatori. Un nuovo slogan che va a confermare il “whatever it takes” di Mario Draghi che proprio Lagarde non aveva voluto far proprio pochi giorni fa.

La Bce, aggiunge Lagarde, è determinata a usare il pieno potenziale dei suoi strumenti. “Tempi straordinari richiedono azioni straordinarie”, ha spiegato. La Bce è inoltre pronta a rivedere i limiti che si è data agli acquisti di bond “nella misura necessaria a rendere la sua azione proporzionata ai rischi”. Rimuovere i limiti consentirebbe di superare il 33% di acquisti su ciascuna emissione e la clausola che prevede acquisti per ciascun Paese proporzionati alla quota nel capitale della Bce.

Il nuovo quantitative easing si chiamerà PEPP, sigla che sta per Pandemic Emergency Purchase Programme. La Bce comprerà titoli pubblici e privati, inclusi i titoli greci e i commercial paper come ha annunciato la Fed: le cambiali, i prestiti a breve che tengono in vita molte aziende e che l’effetto dirompente del coronavirus sta mandando in tilt.

Una montagna di soldi che verrà utilizzata – si legge in una nota – “finché la Bce non giudicherà che la crisi del Covid-19 è finita, ma in ogni caso non terminerà prima di fine anno”. E anche se resterà il criterio della capital key che vorrebbe acquisti commisurati al peso di ciascun Paese nel capitale della Bce, saranno permesse “fluttuazioni nella distribuzione dei flussi di acquisto nel tempo, fra classi di asset e giurisdizioni”.

Significa che gli acquisti potranno mirare a far crollare lo spread dei Btp o dei titoli francesi. A costringere la Bce ad agire è stata la fiammata dello spread italiano sopra 320, nonostante l’Eurotower – tramite Bankitalia – da giorni stesse comprando Btp a pieno ritmo. Segno che per gli investitori, si stava materializzando il rischio che un’Italia che va verso un calo del Pil 2020 fra -6 e -10%, e un debito spedito come un treno verso il 150, forse 160% del Pil, si avvitasse in una spirale senza ritorno.

Nel giorno in cui la cancelliera tedesca Angela Merkel ha parlato di “una sfida storica, la più grande dal dopoguerra”, a spingere per la riunione d’emergenza è stato anche il governo francese, con il ministro delle Finanze Bruno Le Maire che aveva chiesto un intervento “veloce e massiccio” e il governatore della Banca di Francia Francois Villeroy che aveva anticipato un’azione “assolutamente determinata”.

Perché accanto allo spread italiano, in questi giorni, si sono allargati anche i differenziali dei paesi core, come Francia, appunto, o Olanda. Segno che il coronavirus rischiava di rimettere in discussione – almeno nella testa degli investitori – la tenuta dell’Eurozona.

Una mossa – dettata da stime d’impatto del virus che danno il Pil dell’Eurozona in calo anche del 5% quest’anno – che di fatto mira a cancellare il consiglio direttivo della scorsa settimana, accolto male dagli investitori, specie in Italia per la frase “non siamo qui per chiudere gli spread”. E una mossa che di fatto toglie le castagne dal fuoco, per ora, ai governi, che ancora non hanno trovato la quadra su come usare il fondo di salvataggio Mes.

Resta da vedere l’accoglienza dei mercati: la Fed, dopo aver dispiegato una potenza di fuoco simile, nella giornata di ieri si è vista rispondere con un tonfo di Wall Street di oltre il 6%.

Fonte: Ansa

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