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Elezioni in Grecia e petrolio in calo spaventano le Borse. Piazza Affari -4,9%

di Maria Elena Perrero |5 Gennaio 2015 18:37

Il palazzo della Borsa di Milano in piazza Affari (Foto Lapresse)

MILANO – Le elezioni in Grecia si avvicinano, con lo spauracchio di Alexis Tsipras e del suo partito anti-euro, il prezzo del petrolio continua a calare, la moneta unica tocca i minimi da nove anni sul dollaro e le Borse europee crollano. Lunedì 5 gennaio piazza Affari ha ceduto il 4,9%, bruciando 21 miliardi di capitalizzazione, e i titoli Eni ed Unicredit sono stati sospesi in asta di volatilità. Proprio Milano è stata la peggiore in Europa, insieme ad Atene, che ha chiuso a -5%. Seguono Madrid (-3,1%) e Parigi (-3%). Londra cerca di contenere la perdite con un calo inferiore al 2%.

L’indice Stx 600, che contiene i titoli più rappresentativi del Vecchio continente, ha ceduto il 2,15%, che equivale a 201 miliardi di euro bruciati in una seduta.

Pesa sul calo del prezzo del petrolio la decisione dell’Iraq, secondo Paese produttore dell’Opec, di aumentare le esportazioni. Il greggio crolla sotto i 50 dollari al barile per la prima volta dal 2009 e trascina giù anche il rublo russo, che scambia a quota 70 sull’euro. 

Ma a far paura alle Piazze europee sono soprattutto le imminenti elezioni anticipate in Grecia. Il prossimo 25 gennaio gli ellenici saranno chiamati alle urne dopo la fumata nera per l’elezione del presidente della Repubblica.

In testa ai sondaggi resta Tsipras con al sua sinistra euroscettica. Prova a rassicurare Bruxelles dicendo di non voler uscire dall’euro ma solo chiedere una revisione dei termini di pagamento dei debiti. Ma preoccupa la voce, smentita da Berlino ma pubblicata da una fonte autorevole come lo Spiegel, di una possibile “Grexit”, un’uscita di Atene dall’Unione contemplata niente meno che dalla cancelliera Angela Merkel. 

Berlino smentisce, Bruxelles nega sia possibile, con la Commissione Europea che ribadisce che, in base ai trattati Ue, la partecipazione di un Paese all’area euro è “irreversibile”.

Intanto Tsipras si attesta in testa ai sondaggi con il 30%, seguito da Nea Dimokratia del premier Antonis Samaras (centrodestra) al 27%. Li seguono il Partito Comunista di Grecia (Kke) con il 4,8%, To Potami (“Il Fiume”, nuova formazione di centro-sinistra fondato dal giornalista televisivo Stauros Theodorakis) con il 4,7%, il partito filo-nazista Chrysi Avghì (Alba Dorata) con il 3,8% e solo sesto il Pasok (Partito Socialista) con il 3,5%. Al di là del voto, però, sette greci su dieci vorrebbero restare nell’euro. Che intanto scivola sempre più giù.

 

 

 

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