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Inps, con taglio incentivi calano assunzioni stabili: -77%

di Daniela Lauria |18 Maggio 2016 15:05

Inps, con taglio incentivi calano assunzioni stabili: -77%

ROMA – Con il taglio degli incentivi sul lavoro a tempo indeterminato, ridotti al 40%, calano le assunzioni. Lo rivelano i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps. Nei primi tre mesi del 2016 sono stati stipulati 428.584 contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) mentre le cessazioni, sempre di contratti a tempo indeterminato sono state 377.497 con un saldo positivo di 51.087 unità. Il dato – rileva l’Inps – è peggiore del 77% rispetto al saldo positivo di 224.929 contratti stabili nei primi tre mesi 2015. Il dato è peggiore anche del 2014 (+87.034 posti stabili nei primi tre mesi).

I nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato nei primi tre mesi dell’anno – sottolinea l’Inps – sono stati 321.098 (erano stati 487.469 nei primi tre mesi del 2015) mentre le trasformazioni di rapporti a termine sono state 79.932 (116.497 nello stesso periodo del 2015). Le trasformazioni di rapporto di apprendistato sono state 24.557 (20.411 nei primi tre mesi del 2015). Le cessazioni di contratti a tempo indeterminato sono state 377.497 a fronte delle 398.448 del primo trimestre 2015.

La variazione netta per i contratti stabili è stata pari a 51.087 unità a fronte delle 224.929 del primo trimestre 2015. I dati risentono dell’introduzione con la legge di stabilità 2016 di una nuova (e meno vantaggiosa rispetto al 2015) forma di incentivo rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di rapporti a termine di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, non hanno avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La misura dell’agevolazione prevede l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi i premi Inail) in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro) per un biennio. Nel 2015 l’esonero contributivo era totale (sempre esclusi i premi Inail) e triennale con un tetto di 8.060 euro.

E’ invece ancora boom di voucher, i buoni per il lavoro accessorio che valgono 10 euro nominali e ritenuti da più parti come la nuova frontiera del precariato e del lavoro sommerso. Nel primo trimestre 2016 sono stati venduti 31.5 milioni di voucher, con un incremento, rispetto al primo trimestre 2015, pari al 45,6%. L’Inps sottolinea che nel primo trimestre del 2015, la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 75,4%.

 

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