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Il congresso del partito delle professioni. Accesso, tariffe, capitali

di Warsamé Dini Casali |1 Marzo 2012 14:10

ROMA – Quanto hanno impattato le liberalizzazioni del governo Monti sulla vasta galassia dei professionisti italiani? Oggi è la giornata dell'”orgoglio”, il “Profesional day”: tutte le categorie sono riunite a Roma e collegate attraverso video-conferenza, iPad ecc.. con 150 sedi in tutta Italia. Una platea di 2.300 mila liberi professionisti, iscritti a 27 albi e collegi diversi e un milione e mezzo di iscritti alle varie casse di previdenza: una giornata utile per capire cosa realmente pensano delle novità introdotte (preventivi di massima, apertura nelle società di capitale, regole sul tirocinio e accesso alle professioni) avvocati, medici, architetti, notai, ingegneri, commercialisti, biologi, farmacisti, consulenti vari…

Utilizzando il dossier pubblicato sul Sole 24 Ore proviamo a descrivere i punti di massima criticità e le regole più innovative. I punti più “avveniristici”, come l’abolizione dell’esame di stato sono stati abbandonati, anche se a salvaguardia della concorrenza va assicurata la presenza dei professionisti su tutto il territorio in maniera diffusa. La formazione permanente diventa un obbligo: l’aggiornamento continuo è imposto e se inevaso viene sanzionato per legge.

Farmacisti. Una mezza rivoluzione. Il governo ha disposto che vi sia un presidio ogni 3300 abitanti: la stima è che serviranno 5000 farmacie in più. C’è un anno di tempo per mettere in pratica le nuove regole. Ai concorsi potranno partecipare gli under 65, titolari, non titolari o soci di farmacie rurali  o sussidiate o soprannumerarie. Tutti alla pari. Gli eredi di farmacie hanno 18 mesi di tempo per assumere la titolarità dell’esercizio o cederlo.

Tariffe minime e preventivi di massima. Da una parte vengono abolite le tariffe professionali, l’inderogabilità delle tariffe fisse e minime resisterà altri 4 mesi, poi basta. Serve a favorire la concorrenza e abbassare i costi per i cittadini/clienti. Dall’altra parte, in certa misura in contrasto con il principio prima descritto, si istituisce il preventivo di massima, cioè il professionista deve dire quanto costerà il servizio. Gli avvocati già applicano preventivi ma eccepiscono che senza tariffari è complicato stabilirli in anticipo. In generale tutte le categorie sono favorevoli, anche se preferirebbero che fosse l’Ordine a stabilire i criteri. Il preventivo non deve obbligatoriamente essere redatto in forma scritta, basta che sia reso noto al potenziale cliente.

Tirocinio. Riguarda in generale l’accesso alla professione e l’eventuale corresponsione di un reddito al tirocinante. La durata del tirocinio viene unificata (tranne i medici) e non può durare più di 18 mesi. I primi 6 possono essere svolti durante il corso di laurea. Per quanto riguarda il “forfait” non c’è nulla di stabilito ex ante: il compenso viene pattuito liberamente tra le parti. Divergenze ci sono su quanto offrire al tirocinante. Per gli architetti deve essere pagato sempre, anche nei 6 mesi durante la laurea in cui invece collabora gratis. Gli avvocati sono d’accordo sul compenso, non sul tirocinio all’Università. Altri considerano un rimborso spese eccessivo un ostacolo all’inserimento dei giovani negli studi. Il problema più grande l’hanno segnalato i commercialisti: l’Europa impone 3 anni di tirocinio ai revisori contabili, dovranno fare l’esame due volte ogni 18 mesi?

Società di capitale. Per aumentare la concorrenza il decreto prevede l’ingresso degli investitori nelle società professionali. I soci non professionisti non possono superare la soglia di un terzo della società. Il socio di capitale è vietato tra i farmacisti. In generale la norma è vista positivamente, serve a offrire concrete possibilità di sviluppo dell’attività. Gli avvocati sono contrari: così viene compromessa l’autonomia e indipendenza della professione. Preoccupati anche i consulenti del lavoro, i medici anche.

 

 

 

 

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