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Manovra: l’aumento dell’Iva costerà 385 euro in più a famiglia

di Alessandro Avico |8 Settembre 2011 9:43

ROMA – L’aumento dell’Iva dell’1% (dal 20 al 21%) per l’aliquota ordinaria scatta subito dall’entrata in vigore della manovra: il gettito previsto per il 2011 è pari a 700 milioni, mentre dal prossimo anno salirà a 4,2 miliardi. Secondo le stime del Codacons una famiglia di 3 persone pagherà 290 euro in più nel 2012: 209 euro per l’aumento diretto di un punto dell’Iva e 81 euro per via degli arrotondamenti al rialzo dei commercianti. Per una famiglia di 4 persone il conto sale a 385 euro. Ma quella dell’Iva non sarà l’unica misura “sofferente”, eccone altre:

– Il taglio ai salari pubblici. Il taglio previsto dalla manovra 2010 era stato «mutato» in contributo di solidarietà. Con la modifica della norma torna il taglio del 5% per gli stipendi superiori ai 90.000 euro e del 10% per i redditi oltre 150.000 euro. Dai tagli per i redditi oltre 90.000 euro sono escluse la presidenza della Repubblica e la Corte dei conti. Per i parlamentari la riduzione dell’indennità è pari al 20% per i redditi oltre 90.000 e del 40% per i redditi oltre 150.000 euro.

– Salvi i piccoli enti culturali. Salve le Accademie della Crusca e dei Lincei. Con un emendamento bipartisan alla manovra, viene cancellata la soppressione, prevista dal decreto legge, degli enti di ricerca e culturali sotto i 70 dipendenti. Salvo anche il parco geominerario della Sardegna. Via libera anche al riordino degli uffici giudiziari su base territoriale. La riduzione degli uffici comporta risparmi complessivi pari a 60 milioni di euro, solo per le spese di gestione e funzionamento delle strutture.

– Contributo di solidarietà. Torna il contributo di solidarietà, con un’aliquota del 3% per i redditi oltre 300.000 euro. Il contributo di solidarietà sarà in vigore «fino al raggiungimento del pareggio di bilancio» anche per gli anni successivi al 2013. Il gettito atteso è pari a 54 milioni di euro nel 2012 e 144 milioni a partire dal 2013. Il prelievo non si applica ai redditi dei dipendenti pubblici e ai pensionati d’oro, per i quali resta in vigore il taglio del 5% della quota di reddito superiore a 90 mila euro e del 10% della quota che va oltre i 150 mila.

– Quota 65 anni per le donne. L’incremento dell’età pensionabile per le donne nel settore privato partirà dal 2014, con un anticipo di due anni rispetto alle vecchie regole. L’allineamento tra l’età di pensionamento nel settore pubblico e in quello privato «è previsto con la medesima gradualità (per completarsi a partire dal 2026) con seguenti passi di incremento a decorrere dal primo gennaio di ogni anno». I risparmi arriveranno a partire dal 2015 (90 milioni) e arriveranno fino a 720 milioni di euro all’anno nel 2021.

– Mano leggera con chi evade. Saranno pubblicati on line, sui siti dei comuni, le dichiarazioni riferite a determinate categorie di reddito. Cancellata invece la possibilità di rendere note le generalità dei contribuenti. Sparisce anche l’obbligo di indicare nel 730 i riferimenti dei propri conti bancari, e si allenta la stretta sugli evasori, per cui è prevista la reclusione. Il carcere scatterà nei casi in cui ricorrano congiuntamente un’evasione superiore ai 3 milioni di euro ed il superamento del 30% del fatturato.

– Bonus bebè da restituire. I genitori che hanno ricevuto il bonus bebè, la famosa misura prevista della legge finanziaria del 2006, senza averne diritto, avranno tre mesi di tempo per restituire le somme che hanno ricevuto negli anni scorsi. La misura chiude così il caso che interessa circa 8000 famiglie: queste ultime infatti sono «accusate» dal ministero dell’Economia e delle Finanze di aver autocertificato in maniera sbagliata il proprio reddito, ottenendo 1000 euro per la nascita di un bebè.

– Immobili in vendita. Le somme in arrivo dalla vendita degli immobili della Difesa saranno divise tra ministero dell’Economia, a cui andrà il 55% (somma che sarà destinata al fondo ammortamento dei titoli di Stato), per il 35% al ministero della Difesa e per il 10% agli enti territoriali. L’Agenzia del demanio potrà porre in essere interventi «di permuta di beni appartenenti allo Stato, con immobili adeguati all’uso governativo ovvero con immobili da realizzarsi con fondi statali già stanziati e non ancora impegnati».

– Lavoro, si volta pagina. I contratti aziendali e territoriali «operano anche in deroga alle disposizioni di legge» e alle regolamentazioni contenute nei contratti nazionali di lavoro. Questo sancisce l’articolo 8 della manovra che tante contestazioni ha suscitato da parte della Cgil, del Pd e delle altre forze di sinistra. Gli accordi aziendali e territoriali non potranno riguardare i licenziamenti discriminatori delle lavoratrici che si sposano o in gravidanza. Viene inoltre recepito l’accordo interconfederale del 28 giugno.

– Farmacie e negozi. Via libera a una norma che mantiene il «numero chiuso» delle farmacie. Dalle misure di liberalizzazione sono esclusi anche i servizi di trasporto pubblico non di linea, vale a dire i taxi. Il passaggio al Senato ha anche cancellato le norme che consentivano la liberalizzazione dell’intero settore del commercio: le nuove norme, che consentono ampi margini di azione soprattutto per gli orari di apertura degli esercizi, restano in vigore solo per le città d’arte e le località turistiche.

– Tracciabilità dei rifiuti. Cancellata dalla manovra la proposta di abolizione del Sistema di tracciabilità dei rifiuti. Richiesto a gran voce dal ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, l’innovativo sistema permette di seguire i rifiuti speciali e pericolosi dall’origine al luogo di destinazione attraverso dei meccanismi che prevedono l’uso del satellite e l’analisi del percorso compiuto dai mezzi di trasporto. Il nuovo sistema verrà dunque introdotto in base al calendario originale a partire dal 9 febbraio 2012.

– Imposta sulle rimesse. Imposta del 2% con un minimo di prelievo di 3 euro su tutte le operazioni di trasferimento di valuta verso i Paesi extra-europei effettuati presso sportelli money transfert, istituti bancari ed altri agenti che operano nel settore delle attività finanziarie. Previste poche eccezioni alla norma inserita nella manovra su iniziativa della Lega: saranno esenti i trasferimenti effettuati da persone fisiche munite di matricola Inps e codice fiscale ed i cittadini appartenenti all’Unione Europea.

– La tassa sull’energia. Il gettito di 1,8 miliardi di euro derivante dalla Robin Hood tax andrà tutto ai Comuni. Resta quindi il taglio integrale delle spese per i ministeri. Per quanto riguarda invece Roma Capitale è stato deciso che il commissario straordinario titolare della gestione dell’ente non può essere il sindaco. Il commissario straordinario può affidare alcune attività finalizzate all’attuazione del piano di rientro a una società totalmente controllata, direttamente o indirettamente, dallo Stato.

– Condono tombale – Le somme non riscosse del condono tombale 2002 saranno recuperate, attraverso «ogni azione coattiva necessaria», entro il 31 dicembre 2011. Ai fini dell’accertamento dell’Iva, per i casi pendenti al 31 dicembre 2011 i termini sono prorogati di un anno. In caso di omesso pagamento, l’emendamento votato ieri, prevede l’applicazione di una sanzione pari al 50%. Secondo le stime dell’Agenzia delle entrate potrebbe essere recuperato circa un miliardo.

– Società di comodo. Per le società di comodo arriva l’Ires maggiorata del 10,5%. L’aliquota si applica al reddito «imputato per trasparenza». La norma prevede anche l’applicazione di una sorta di «minimun tax», l’imponibile sarà calcolato in base ad alcuni parametri e non alle risultanze delle imprese. La tassazione maggiorata viene applicata anche sulle imprese che decidono di tassare gli utili dei soci. Ai Comuni, che parteciperanno alla lotta all’evasione, andrà il 100% delle entrate derivanti dalla caccia agli evasori.

– “Ok” alle feste laiche. Dovevano sparire tutte le feste, escluse quelle previste dal Concordato StatoChiesa, invece in extremis il Senato ha deciso di salvare le feste laiche: la ricorrenza della Repubblica del 2 Giugno, le celebrazioni del 1˚ Maggio e del 25 Aprile. Non si salvano invece le feste patronali, cosa che ha suscitato notevoli polemiche in molte città italiane. Le ricorrenze civili, quindi, non saranno più accorpate alle domeniche, come previsto dalla manovra. Unica festa patronale che si salva è San Pietro e Paolo, l’unica che è inclusa nel Concordato.

 

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