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Mps, trattamento alla greca: la Bce alza a 8,8 mld il prezzo del salvataggio

di Warsamé Dini Casali |27 Dicembre 2016 11:43

Mps, trattamento alla greca: la Bce alza a 8,8 mld il prezzo del salvataggio

ROMA – Mps, trattamento alla greca: la Bce alza a 8,8 mld il prezzo del salvataggio. La Bce ha autorizzato la “nazionalizzazione” di Mps ma, applicando lo stesso rigore usato con le banche greche nel 2014 sugli stress test (le simulazioni sulla condizioni finanziarie delle banche in caso di crisi), ha ordinato una ricapitalizzazione più alta dei 5 miliardi previsti. Il trattamento “greco” ha fatto salire il conto del salvataggio a 8,8 miliardi di euro.

Mps ha ricevuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze due lettere redatte dalla BCE, indirizzate allo stesso Ministero che confermano la sussistenza dei requisiti necessari per accedere alla misura della “ricapitalizzazione precauzionale”, in conformità alla normativa vigente. E’ quanto si legge nel comunicato del Monte emesso nella serata di ieri che conferma quanto riportato dal Sole24 ore ieri secondo cui la necessità di capitale sale da 5 a 8,8 miliardi di euro.

I risultati dello stress test del 2016, secondo la Bce, hanno infatti registrato uno shortfall, solo nello scenario avverso, nel parametro del CET 1 fully loaded a fine 2018 pari a -2,44%, da mettersi in relazione con una soglia dell’8%; tale shortfall si traduce, secondo la Bce, in un fabbisogno di capitale di Euro 8,8 miliardi, comprensivo di tutte le componenti dei fondi propri così come previsti dalla normativa vigente.

La Banca ha tempestivamente avviato le interlocuzioni con le Autorità competenti al fine di comprendere le metodologie sottese ai calcoli effettuati dalla Bce. Nelle lettere, la Bce evidenzia anche che per quanto riguarda i dati a livello consolidato, Mps è tuttora solvente, rispettando i requisiti minimi di capitale stabiliti dalla normativa.

Sono altresì rispettati i requisiti di Pillar 2 per quanto concerne il capitale. La posizione di liquidità della Banca ha subito un rapido deterioramento tra il 30 novembre 2016 e il 21 dicembre 2016, come evidenziato dal calo significativo della counterbalancing capacity (da 14,6 miliardi di euro a 8,1 miliardi di euro) e della liquidità netta a 1 mese (da 12,1 miliardi di euro, pari al 7,6% del totale delle attività, a 7,7 miliardi di euro, pari al 4,78% del totale delle attività).

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